Roma. Il mercato rionale piange. Pochi euro nel portafogli

Doriana Vari (March 15, 2012)
Nei mercati rionali molti banchi non aprono neanche, pochi euro in giro e prezzi altissimi. I commercianti tornano a fare credito. Che siano studenti o pensionati, disoccupati o lavoratori, gli italiani della cosidetta classe media, sono impegnati in una faticosissima lotta al risparmio e alla sopravvivenza

Su ogni manuale, su ogni atlante, su ogni guida turistica, nelle pagine dedicate alla nostra bella penisola, leggiamo che lo stilale gode di un clima “mite e temperato che favorisce l’agricoltura”. Ma se l’Italia gode davvero della possibilità di produrre da sé i maggiori beni di consumo alimentare come frutta, verdura e cereali, perché esplorando il reparto ortofrutta del supermercato sotto casa siamo costretti a sorprenderci nello scoprire che mele e zucchine ci vengono proposti a prezzi impensabili? La spiegazione è semplice e, mai quanto ora, nota: recessione, ossia  quella condizione macroeconomica caratterizzata da livelli di attività produttiva più bassi di quelli che si potrebbero ottenere usando completamente ed in maniera efficiente tutti i fattori produttivi a disposizione.
 

  Siamo stati nel piccolo mercato coperto che tutte le mattine ha luogo nella capitale in via San

Romano. Al nostro arrivo, intorno alle 10 del mattino, molti banchi erano già chiusi, ne abbiamo chiesto il motivo ad altri commercianti. Luana, fruttivendola, ci ha spiegato che “in passato il mercato non si svolgeva solo al mattino, ma anche nel pomeriggio erano in molti a venire a fare la spesa, oggi invece non solo a mezzogiorno quasi tutti i banchi sono chiusi, ma moltissimi, hanno abbandonato questo posto definitivamente: le persone non possono spendere e non vengono al mercato, ecco perché molti di questi banchi sono vuoti!”. Le fa da eco la signora Anna: “vengo a fare la spesa in questo mercato da più di dieci anni, ma ormai non trovo tutto quello che mi serve: non c’è più il macellaio né il panettiere, quindi sono costretta a comprare queste cose al supermercato dove i prezzi sono molto più alti”.
 

Notiamo poi, davanti al banco della verdura, un anziano signore che, affondando le mani nelle

tasche dei pantaloni sembra cercare qualcosa: ne estrae un mucchietto di monete. Le conta. Sono circa ottanta centesimi di euro, le mostra al commerciante e gli chiede “Mario, che mi dai per questi soldi?”. Mario prende una busta di carta e vi mette dentro qualche carciofo. Ci avviciniamo, e Mario ci spiega “quel signore che avete visto comprare dei carciofi viene qui tutti i giorni. E’ un pensionato, ma fa difficoltà ad arrivare a fine mese. A me dispiace, quindi qualche volta gli regalo qualcosa, quello che posso; ultimamente però vendo poco e il mio disagio si riflette anche su di lui”. E di commercianti come Mario ce ne sono tanti al mercato di San Romano. Luigi vende pesce da cinquant’anni: “è tutto, di nuovo, come quando facevo il garzone: siamo tornati a fare credito alle persone come si faceva quarant’anni fa, perché già a metà mese una famiglia media non ha più soldi da spendere…ci sono le bollette e il mutuo da pagare, e se una madre di famiglia viene a comprare del cibo, non si può negarglielo anche se non ha i soldi per pagarlo: ci si limita a sperare che torni a pagare!”
 

E’ chiaro allora che il piccolo mercato coperto, pieno solo del profumo delle arance e del pesce è frequentato soprattutto da anziani, pensionati o casalinghe: sono questi i pochi clienti abituali.
 

Ci spostiamo così all’interno di un supermercato su via Tiburtina non lontano dai banchi di via San Romano. E’ tutto un tripudio di cartelloni che, posti ben in vista, recano la scritta “OFFERTA SPECIALE”: tonno, vino, formaggi. Percorrendo i corridoi delimitati dagli alti scaffali incontriamo la signora Sabrina che nel suo carrello ha posto del pane, del pollo, del caffè, e un flacone di detersivo. Ora, ferma davanti al grande frigorifero dei formaggi, esamina con attenzione le etichette di diverse confezioni: “sto cercando di capire qual è quello che costa meno”, ci spiega, poi le facciamo notare che il pecorino è in offerta: senza pensarci due volte, la signora Sabrina ne depone 3 confezioni all’interno del suo carrello: “è un formaggio che si conserva a lungo e visto che è in offerta ne comprerò più di una confezione”… “cerco sempre di comprare i prodotti che sono in promozione, ne faccio una bella scorta!”. Le chiediamo in che modo abbia selezionato gli altri prodotti che ha nel carrello e ci risponde che “il caffè e il detersivo non sono di marca, quindi costano poco; poi ho preso un pollo intero per non pagare i costi della lavorazione…il pane invece è una tragedia, è carissimo! La frutta e la verdura, poi, le compro al mercato, ma non ci vado al mattino presto perché intorno all’orario di chiusura i commercianti abbassano i prezzi della merce deperibile!”
 

Stiamo per uscire dal supermercato quando incontriamo Pamela e Katiusha, due sorelle siciliane sulla ventina. Stringono in mano delle borse da spesa che sembrano pesantissime e, curiosi, chiediamo loro cosa abbiano comprato. Ci mostrano orgogliose il loro scontrino “con poco più di quaranta euro abbiamo riempito cinque buste” gioisce la prima, e continua “quasi tutti i prodotti che abbiamo comprato sono di sottomarca; abbiamo fatto un carico di uova e ali di pollo perché sono alimenti sostanziosi ma molto economici; pochi ortaggi e niente pane per via dei prezzi eccessivamente alti; e soprattutto cerchiamo sempre di attenerci rigorosamente alla lista della spesa e di non farci tentare”. Pamela e Katiusha sono studentesse, ci spiegano che, come tutti gli studenti, cercano di risparmiare su ogni cosa: “incontriamo i nostri amici a casa, preferiamo invitarli a cena piuttosto che andare in un pub dove una birra costa quasi quanto un pasto completo; usiamo sempre i mezzi pubblici, credo di non aver mai preso un taxi da quando vivo a Roma; e poi non compriamo mai i pacchetti di sigarette, è più economico fumare quelle fai-da-te; e per quanto riguarda l’abbigliamento ricorriamo qualche volta all’usato, in questo modo eventuali sfizi non devono sempre rimanere inesauditi: non si può in fondo rinunciare a tutto e limitarsi a sopravvivere!” conclude sorridendo.
 

Che siano studenti o pensionati, disoccupati o lavoratori, tutti, allo stesso modo, sono impegnati in una faticosissima lotta al risparmio e alla sopravvivenza. E visto che la crisi incalza e le finanze scarseggiano, anche la rete, a modo suo, offre un contributo agli italiani che, sempre più numerosi, vogliono imparare l’arte della parsimonia. I blog pullulano di consigli per il risparmio, innumerevoli liste propongono metodi più o meno noti che consentirebbero di schivare gli sprechi: si va dal più banale “prestate particolare attenzione alle offerte promozionali” al più curioso “recatevi al supermercato solo dopo aver mangiato per evitare che lo stomaco invii impulsi tentatori al vostro cervello”. E neppure YouTube pare essere da meno: non è difficile imbattersi in video su “come preparare una cena romantica con meno di 20 euro” o in video che illustrano “manuali del lesinare”.
 

La parola d’ordine all’alba del 2012 è senzadubbio “economizzare”.

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