Miele. Quel film così difficile
“E adesso quanto ci vuole?” chiede Carla , “2 o 3 minuti” risponde Miele.
“Cosi poco?”
Di sottofondo suona la canzone scelta da Carla, che distesa sul letto, sguardo malinconico perso nel vuoto e marito al fianco aspetta che il sonno del barbiturico la avvolga per sempre.
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È di forte impatto una delle prime scene tratte dal film Miele in cui ci viene mostrato l’iter ormai quasi meccanico svolto dalla protagonista nella procedura di suicidio assistito.
Honey, titolo inglese del film che ha visto l’esordio alla regia di Valeria Golino, ha debuttato anche al Lincoln Centre di New York il 7 Marzo 2014 dove sarà in proiezione fino al 13 Marzo.
Liberamente basato sul libro “A nome tuo” di Marco Covarich, tratta un tema tanto delicato quanto dibattuto: l’eutanasia o la cosiddetta morte dolce. Dolce forse quanto è amaro il sapore dei barbiturici che i pazienti di Miele devono bere per porre fine alle loro sofferenze. Perché in realtà come spiega la protagonista nel corso del film, parlando con l’ingegner Grimaldi, “l’eroe romantico della vicenda” come lo definisce la Golino, nessuno vuole morire e lei questo glielo legge negli occhi.
Miele, è lo pseudonimo di Irene, una ragazza sui trent’anni dinamica e solitaria. Studentessa per copertura, è in realtà parte di una rete clandestina di persone che aiutano i malati terminali a porre fine alle loro sofferenze attraverso il suicidio assistito.
Miele è l’angelo della morte ed è l’attrice Jasmine Trinca ad interpretarla. “Jasmine era già nella mia immaginazione” ci racconta Valeria Golino durante l'incontro il 4 Marzo presso la Casa Italiana Zerilli-Marimò a New York. “ Non è stata una cosa razionale, ho fatto centinaia di provini per la parte di Miele, ma avrei scelto lei anche se non si fosse presentata”.
Amiche e colleghe da una vita, la loro avventura insieme nella produzione di miele inizia quattro anni fa quando Valeria durante una sfilata di moda chiede a Jasmine: “ Taglieresti i tuoi capelli per me?” Jasmine rispose scherzando: “Per te tutto, Valeria”. Un anno dopo Jasmine stava già leggendo il libro di Marco Covarich e poco dopo iniziarono le riprese.
Jasmine Trinca impersona una ragazza sportiva, sempre in movimento sdoppiata tra Irene e Miele finché la sua vita non si scontra con quella dell’Ingegner Grimaldi, interpretato da Carlo Cecchi. Grimaldi è un uomo solo e depresso che chiede i barbiturici a Miele nonostante non sia fisicamente malato. Dall’incontro di queste due anime sole, nascerà un profondo sentimento che cambierà la vita dei due personaggi fino ad uno struggente epilogo della vicenda.
”Quando parlai per la prima volta con Valeria Golino di questo film, prima che lei lo finisse e che io lo vedessi, ci focalizzammo sull’eutanasia e sull’omicidio assistito, temi indubbiamente di grande rilievo nella vicenda." dice Stefano Albertini, direttore della Casa Italiana Zerilli-Marimò "Ma questo è un film che parla di una relazione. Una relazione bellissima, profonda e molto forte che lega due persone sole. Per me questo è uno degli aspetti più importanti”.
Albertini racconta di aver visto per la prima volta Miele a Firenze l’estate scorsa e di esserne subito rimasto molto colpito. “Non ero preparato a vedere ciò che ho visto” continua “Questa sera, pur rivedendo il film per la seconda volta ne sono rimasto di nuovo molto toccato. Questa è una grande pellicola che ci rende molto orgogliosi del cinema italiano”.
Nell’incontro presso la Casa Italiana, alla vigilia della presentazione al Lincoln Center, la regista Valeria Golino, la protagonista Jasmine Trinca e i produttori Riccardo Scamarcio e Viola Prestieri ci raccontano anche tutte le difficoltà e le sfide affrontate per arrivare a girare un film sull’eutanasia, una questione tabù, considerata a volte troppo scomoda.
“Cominciammo subito con il cercare qualcuno che avesse voluto produrre il film con noi. Ma alla fine facemmo il film da soli” scherza Viola Prestieri.
“I nostri amici ci supplicavano di non fare questo film, sarebbe stato un disastro come debutto di Valeria e ci dicevano scherzando che quello sarebbe stato il suo primo e ultimo film” racconta Riccardo Scamarcio.
Ma nonostante tutti pronostici, nonostante tutte le difficoltà e il budget limitato, il film, uscito in Italia nel Maggio del 2013, è stato un grande successo ed ha ricevuto numerosi riconoscimenti in Italia e nei più di 15 paesi dove il è stato venduto.
“Abbiamo inoltre scoperto di avere una nuova regista di grande talento, e questo è molto importante” continua Scamarcio.
Il grandioso successo dell’esordio alla regia di Valeria Golino è un traguardo di notevole importanza per il cinema italiano, ora arricchito grazie al contributo di una neoregista che ha avuto il coraggio e la capacità di trattare una questione così delicata e sconveniente con grande maestria.
Di forte impatto per il pubblico Miele non è solo un bel film, è sicuramente un importante punto di partenza per riflettere su quel tema tanto delicato, attuale e drammatico come l’eutanasia.
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