A Roma un sindaco di centro destra

Dario Cristiani (April 28, 2008)
Gianni Alemanno è il nuovo sindaco di Roma. Il candidato della Popolo delle Libertà ha vinto il ballottaggio con il 53,7% dei voti contro il 46,3% di Francesco Rutelli, l’ex ministro dei Beni Culturali ed ex sindaco di Roma (1993-2001), candidato del Partito Democratico



Gianni Alemanno è il nuovo sindaco di Roma. Il candidato della Popolo delle Libertà ha vinto il ballottaggio con il 53,7% dei voti contro il 46,3% di Francesco Rutelli, l’ex ministro dei Beni Culturali ed ex sindaco di Roma (1993-2001), candidato del Partito Democratico.

Con la conquista del comune di Roma da parte del centro destra si conclude un quindicennio di gestione amministrativa del comune di Roma da parte del centro sinistra, in quella città che ha rappresentato il fulcro di quella che fu definita “stagione dei sindaci” e di cui Rutelli ha rappresentato uno dei principali esponenti negli anni ’90. Con oggi si è chiuso anche il ballottaggio per 5 province (Asti, Catanzaro, Foggia, Massa Carrara e Roma) 7 capoluoghi di provincia ( oltre Roma, Massa, Carrara, Pisa, Sondrio, Udine, Vicenza e Viterbo) che rappresentavano politicamente i test più importanti tra i 44 comuni chiamati al ballottaggio.

Nell’altra sfida romana, il candidato del PD, Nicola Zingaretti, ha battuto il candidato del PDL Alfredo Antoniozzi con il 51,5 %, a fronte di un 48,5 % suo avversario. Nella sfida per le province, vi è un 3 a 2 complessivo per il PDL, che ha conquistato Asti, Foggia e Catanzaro contro le affermazioni del PD a Roma e a Massa Carrara. Per ciò che concerne i comuni capoluogo di provincia, il PD vince a Vicenza, Pisa, Viterbo, Sondrio, Udine. A Massa Carrara, invece, vi è stata una sfida interna alla sinistra, dove a perdere è stato il candidato ufficiale del PD, Fabrizio Neri, che ha perso con il "dissidente" del PD, sostenuto dalla Sinistra Arcobaleno e varie liste civiche, Roberto Pucci. Chiaramente, il dato politicamente rilevante di questa tornata di ballottaggi è la sconfitta del PD a Roma, che ha chiaramente un valore politico di tipo nazionale.

I fattori che possono spiegare questa sconfitta possono essere riassunti nei seguenti punti. Innanzitutto, la centralità che ha assunto nel corso delle ultime settimane il tema della sicurezza, storicamente e culturalmente meglio interpretato dalla destra e sul quale la sinistra italiana ha difficoltà ad esprimere posizioni nette e convincenti. Va da sottolineare, poi, l’onda lunga della sconfitta alle politiche di due settimane fa, che ha comportato una profonda rottura tra il Partito Democratico e la Sinistra Arcobaleno, forze che a Roma sostenevano entrambe Rutelli. Probabilmente, la percezione di molti elettori di SA che la sconfitta alle politiche si deve in larga parte all’azione di Veltroni e del PD, insieme all’incapacità dimostrata del PD di “sfondare al centro” ha fatto sì che siano mancati voti importanti per Rutelli. Infine, un dato interessante e che potrebbe dire molto sia su come questa sconfitta sia maturata sia sul futuro della leadearship del PD riguarda il voto disgiunto che ha nettamente sfavorito Rutelli.

Come dimostrato dai voti raccolti dal candidato del PD alla provincia, Zingaretti, nei seggi di Roma città, egli ha conquistato circa 731.000 voti pari al 50,9 mentre Rutelli, invece, ha ottenuto 676.500 voti pari al 46,3%. Ciò significa che circa 55.000 elettori hanno votato per Zingaretti alla provincia e Alemanno come sindaco di Roma. Leggendo questi dati con un po’ di disincanto e con un po’ di malizia, si potrebbe pensare che vi sia stata un’azione di alcuni settori del PD volta a indebolire ulteriormente la leadership di Walter Veltroni, già profondamente scossa dalla sconfitta di due settimane fa.

Perdere nella città che per 7 anni ha rappresentato il principale “feudo” di potere veltroniano e che era gestita dal centro sinistra dal 1993, assume un significato particolare alla luce delle dinamiche post-sconfitta del PD. Alcune frange del partito potrebbero utilizzare la sconfitta alla politiche con gli strascichi di polemiche e di frizioni nel partito e con i vecchi alleati della SA; dei problemi di tenuta che il PD già mostra di avere con l’Italia dei Valori e con i parlamentari radicali eletti nelle fila del PD e la sconfitta romana per portare un attacco volto a rendere Veltroni un leader “debole”, con l’obiettivo di farlo cadere dopo le prossime elezioni europee del 2009.

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