"Raccolta Differenziata". Conversando con Luca Fantini

(October 01, 2008)
Italiano, vive a Brooklyn Heights. Fa parte di un gruppo, "Raccolta Differenziata", che propone vie nuove e a largo raggio per veicolare messaggi pubblicitari.

Abbiamo incontrato il Direttore di Fotografia Luca Fantini, un italiano che da un paio d’anni ha messo radici a Brooklyn Heights.
Luca fa parte di un “consorzio” di professionisti del mondo della pubblicità dal nome bizzarro,"Raccolta Differenziata".

Questo gruppo, nato pochi giorni fa a Milano, si è presentato al mondo pubblicando un video su YouTube. In pochi giorni questo è stato diffuso in diversi blog e siti come Facebook, generando un fenomeno che ha anche attirato l'attenzione della stampa.
Il video - dalla durata di 50 secondi - e' ambientato in una cascina bucolica, luogo che tradizionalmente evoca sapori e immagini di un ambiente sano e legato agli antichi valori del mondo contadino. Una realtà che però nello stesso filmato si dimostra da subito ben diversa.

Come è nata l’idea di questo video?
"Raccolta differenziata" è nata per caso, durante un pranzo al bar.
Io e il regista Emiliano Suardi avevamo voglia di testare la RED, la nuova cinepresa digitale ad alta definizione che sta prepotentemente invadendo il mondo della cinematografia.

Filmlite di Milano ci aveva messo a disposizione la macchina da presa, AMG le lenti cinematografiche, Rumblefish la postproduzione a 4K. Dunque, l’unica cosa da fare era decidere cosa filmare, cosi da mettere anche alla prova le potenzialità e gli eventuali problemi di questo sistema.
Inizialmente pensavamo a qualcosa di semplice. Dapprima si era deciso di raccogliere una serie di belle inquadrature di un’auto sportiva luccicante.

Poi ci siamo detti: “Ma perché invece non facciamo spaccare una macchina a bastonate da un brutto ceffo?”. In sostanza, abbiamo finito col delineare qualcosa di completamente diverso!

Quindi il filmato non è nato per presentare Raccolta Differenziata?
No, è stato un processo inverso. Fondamentale è stato l’entusiasmo appassionato che abbiamo incontrato tra le persone che hanno collaborato con noi.

Il video è stato realizzato senza nessuno scopo di lucro. C’era, da parte di tutti gli amici coinvolti, l'unico desiderio di fare tutto al meglio, anche senza ricavarne profitto. Si è trattato di un grande sforzo volontario di molti professionisti affermati.
Da lì gli iniziali ideatori del progetto, che avevano lavorato assieme con successo già in precedenza, hanno percepito la possibilità di fondare un gruppo più riconoscibile e riconosciuto.

Un gruppo forte ed entusiasta

Si tratta di un’altra agenzia di pubblicità?
No, abbiamo riciclato un vecchio modello di agenzia e l’abbiamo integrato con quello di una casa di produzione, creandone uno completamente nuovo, ispirato alle nuove esigenze di mercato.

 Del tipo?
Abbiamo offerto alle grandi aziende, ma non solo, un pacchetto di copertura mediatica che va dalla carta al vidofonino. Abbiamo un eccellente capitale fisico ed umano, estremamente flessibile: strutture che esistono e lavorano con un minimo dispendio di risorse economiche.

Come mai il gruppo si chiama “Raccolta Differenziata”?
Perché raccoglie, raggruppa, una serie di professionalità molto diverse coinvolte in un processo creativo e produttivo. La cosa interessante di questo gruppo sta nel fatto che tutti i suoi componenti partecipano alla creazione del prodotto seguendone da vicino, nei limiti del possibile, tutte le fasi.

Ad esempio, anche se sono il direttore di fotografia, seguo il progetto sin dall'inizio. Non  mi limito dunque alle fasi finali alle quali il mio ruolo mi relegherebbe. Inoltre è un gruppo aperto e viene dato grande spazio ai nuovi talenti che hanno voglia di mettersi in gioco con noi.

Io però sono curiosa di conoscere l'origine di questo nome.

Lo ha proposto Pasquale Diaferia in uno dei nostri primi incontri. Pasquale è un'icona del mondo creativo, un vero vulcano. Quando se ne è uscito con quel nome, "Raccolta Differenziata", ci siamo divertiti talmente tanto che non abbiamo potuto fare a meno di accoglierlo come nome ufficiale.

Siamo un gruppo che, quando riunito, si diverte sempre molto. Credo che questo ci faciliti il lavoro e ci incoraggi a dare sempre il massimo.

Come mai avete deciso di presentarvi con un video su YouTube? 
Innanzitutto perché il viral web è il nuovo canale video di comunicazione. Poi è sicuramente molto utilizzato dal target di popolazione che intendiamo raggiungere.

YouTube, ma anche altre realtà come MySpace, Facebook o I-Italy, sono tutti enormi contenitori anche se per molti versi disordinati, dove si trova praticamente tutto. Sono mezzi che possono arrivare ovunque, spesso più di altri mezzi di comunicazione.

Noi vogliamo sfruttarli appieno, mettendoli a disposizione di aziende abbastanza lungimiranti da riconoscere i nuovi strumenti di comunicazione.
I media tradizionali hanno oggi diversi limiti: la tv, soprattutto quella analogica, spesso costa troppo; la tv digitale, la rete e la telefonia mobile sono mezzi ottimali ma conosciuti bene da pochi. Per questo non attirano grandi investimenti. 

Le grosse agenzie e le case di produzione, che sono cresciute soprattutto grazie agli anni d’oro dello spot pubblicitario, sono rimaste legate ai media tradizionali e non hanno saputo adeguarsi rapidamente alle evoluzioni in corso.

Quindi secondo te chi vuole investire in pubblicità deve inevitabilmente considerare il web?
Certo, ma non escludendo il resto, perché altrimenti rischia di riferirsi ad una sola generazione di utenti. Non bisogna ancora trascurare la televisione, cui diversi canali si rivolgono a diverse fasce di pubblico. Basta guardare quanti canali ci sono sul cable qui a New York. Lo stesso sta accadendo in Italia con la tv-digitale e il satellitare di Sky.

Dunque, se il tuo prodotto non è diffuso nella maniera adeguata vi è il rischio di non riuscire mai a coinvolgere una fetta di potenziali clienti.

Prima mi parlavi di macchine per il cinema digitale e formati HD. Mi domando se siano necessarie se poi tutto viene filtrato attraverso internet.

La scelta di usare la RED - che genera fotogrammi giganteschi - è stata presa innanzitutto per testare un mezzo nuovo e conoscerne le potenzialità. Nel nostro caso, ad esempio, la scelta di sovrapporre lenzuola bianche ad aree scure nella stessa inquadratura, di utilizzare slowmotions, inquadrare l'acqua, la schiuma, la gente in ombra sotto un portico, è dipesa dalla volontà di testare questo nuovo strumento. 

Andare su internet non significa necessariamente scegliere di lavorare con mezzi poveri, soprattutto se dietro c’è un progetto più ampio. Se il nostro viral fosse fatto per un’azienda che intende proiettare il suo spot anche al cinema, in una fiera o in una convention, sceglieremmo infatti una qualità di immagine ottimale.

 A New York anche le news, che di solito hanno un budget molto limitato, vanno in HD.

Tornando al video, raccontami qualcosa del giorno delle riprese.
Inizio dicendo che abbiamo girato il video in una meravigliosa cascina in provincia di Piacenza, un luogo circondato da stupendi campi di grano. L’appuntamento era per un Sabato di inizio Luglio. Purtroppo in questo tipo di lavoro le condizioni meteorologiche sono un fattore decisivo. 

Quella mattina mi ero alzato alle 3 per incontrarmi con Emiliano, il regista. A quell'ora pioveva. Abbiamo deciso comunque di provare sperando che il tempo migliorasse. Quando abbiamo girato la prima inquadratura alle 7 del mattino stava ancora piovendo...

L’avete usata comunque nel film?
Si certo, ma non ti dirò qual é, prova a scovarla.

E poi come è andata?
Alla fine, verso le 2 del pomeriggio, c’era un sole strepitoso.
La cosa più difficile è stata riuscire a sincronizzare il movimento iniziale in cui la camera si proietta verso le lenzuola che si aprono svelando la signora al lavatoio. Ci siamo affidati al vento reale perciò ci abbiamo messo un pò prima di riuscirci. Dopo vari tentativi andati male finalmente il movimento, il vento, il lenzuolo si sincronizzano in maniera direi perfetta, tanto da meritarsi un applauso da tutti noi... peccato che dietro la colonna, svelata dal lenzuolo che si è aperto, si vedeva una persona in piedi, ferma che guardava. Non sapevo se ridere o piangere.
 

Ho una curiosità riguardo al brano musicale. Mi ricorda vagamente Puccini. E' una musica creata ad hoc, vero?
Si, dici bene. La musica che si sente in lontananza fino a che la signora versa l'acqua - e che poi prosegue in primo piano - è stata pensata appositamente per il film. E' opera del compositore Alessandro Boriani (Novenove Studio) che ha avuto l'idea di coinvolgere la cantante lirica Daniela Cera per farle cantare un'aria ispirata appunto alle composizioni di Puccini.

Quali sono i vostri progetti?
Per ora, oltre a continuare la nostra campagna di presentazione, ci sono già una serie di progetti  per nomi prestigiosi. Molto interessanti ma top secret.

Non puoi anticiparci niente?
No, proprio non posso... diciamo che si tratta di clienti importanti, con cui peraltro abbiamo già lavorato.

(Foto di Alessandro Villa)

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