PETIZIONE del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero

(June 27, 2010)
Lo smantellamento di politiche essenziali quali la promozione della lingua e la cultura italiana, i servizi consolari, la stampa periodica all’estero e l’attenzione alle giovani generazioni, insieme alla negazione dei diritti di democrazia con il secondo rinvio del rinnovo dei Com.It.Es. e del CGIE, crea una situazione di emergenza per le comunità residenti all’estero.


    I cittadini italiani all’estero costituiscono una realtà fondamentale per l’internazionalizzazione dell’Italia, sono partecipi dell’esigenza di austerità che accomuna l’Italia al resto del mondo e vogliono continuare a contribuire alla crescita e al benessere della madrepatria, come hanno sempre fatto, specie in periodi di catastrofe (Sicilia, Friuli, Irpinia, L’Aquila). A questo scopo devono essere messi in condizione di aiutare l’Italia non soltanto subito, ma anche negli anni a venire.

    Lo smantellamento di politiche essenziali quali la promozione della lingua e la cultura italiana, i servizi consolari, la stampa periodica all’estero e l’attenzione alle giovani generazioni, insieme alla negazione dei diritti di democrazia con il secondo rinvio del rinnovo dei Com.It.Es. e del CGIE, crea una situazione di emergenza per le comunità residenti all’estero.

    Con la presente Petizione, la rappresentanza degli italiani nei paesi anglofoni extraeuropei, unica nelle sue quattro componenti: associazionismo, Com.It.Es., CGIE e parlamentari eletti nelle sue ripartizioni, invita l’Italia, per il suo stesso bene, a rispondere positivamente almeno alle seguenti esigenze:


1.    L’immediata indizione delle elezioni per il rinnovo di Com.It.Es. e CGIE;

2.    La revisione concertata delle leggi istitutive di Com.It.Es. e CGIE successiva alle riforme istituzionali;

3.    La cancellazione dei devastanti tagli ai contributi per l’insegnamento della lingua e della cultura, per la stampa periodica, strumenti principe per la crescita economica internazionale dell’Italia e per il recupero delle giovani generazioni;

4.    La garanzia del personale, delle sedi e dei servizi consolari esistenti, già troppo pochi nei nostri Paesi di enormi distanze, di distribuzione capillare delle comunità e di crescente presenza di interessi industriali, economici, culturali e commerciali dell’Italia.


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