CALCIO D'ANGOLO/È ancora Inter

Gianluca de Nicola (February 08, 2009)
I nerazzurri continuano la loro marcia sicura in testa alla classifica, spinti dal solito Ibrahimovic. Alle spalle, nuovo avvicendamento tra Juve e Milan. La Roma batte il Genoa e conferma la sua candidatura per il quarto posto

La ventitreesima giornata, quarta del girone di ritorno, non smentisce il leit-motiv del campionato di serie A: Inter saldamente al comando e bagarre tra le inseguitrici che si contendono il secondo accesso diretto alla Champions del prossimo anno – Juventus e Milan – e i due posti disponibili per l’accesso tramite i preliminari – Fiorentina, Genoa e Roma.
 
La squadra di Mourinho, impegnata sabato pomeriggio a Lecce in quella che doveva essere una trasferta difficile, viene invece a capo dell’undici allenato da Mario Beretta con un secco 3 a 0. Il solito Ibrahimovic nel primo tempo, poi Figo e Stankovic nella ripresa, le firme del successo. Nel mezzo, una partita gestita con tranquillità, come capita più spesso fuori casa che a San Siro per i nerazzurri. Un solo brivido per Julio Cesar, che si conferma portiere decisivo e dal rendimento altissimo, su un colpo di testa ravvicinato di Stendardo, quando il risultato era ancora sull’1 a 0. Da segnalare, a fine partita, lo sfogo di Mourinho in merito all’ammonizione inflitta a Ibrahimovic, reo di simulazione secondo l’arbitro Tagliavento. “Succedono cose strane”, ha detto il portoghese, riferendosi all’atteggiamento

degli arbitri nei confronti della sua squadra. Polemica molto italiana per lo Special One, dimentico dei molti episodi a favore dei suoi capitati quest’anno.
 
Torna al secondo posto la Juventus, dopo il sorpasso del Milan della scorsa settimana. Dopo le sconfitte patite contro Udinese e Cagliari, e dopo aver sofferto mercoledì in Coppa Italia contro il Napoli, i bianconeri di Ranieri vengono a capo del Catania di Zenga al termine di una partita complicata, resa più difficile dalla precoce espulsione di Iaquinta. L’attaccante, al rientro da titolare dopo mesi di assenza, si gioca tutto in due minuti, tra 10’ e 12’ del primo tempo. Prima segna il gol dell’1 a 0 su cross di Camoranesi, facendosi ammonire per aver esultato levandosi la maglia, e due minuti dopo prendendo il secondo giallo per un intervento a centrocampo su Pazienza. Sembra tuttavia severa la decisione di Rodomonti. La Juve si arrocca a protezione del risultato, salvata da Buffon in un paio di occasioni. Il Catania, pur senza fretta, preme e trova il pareggio all’inizio della ripresa con il giapponese Morimoto, al terzo gol in seri A. A quel punto, seppur in dieci uomini, la Juve alza il baricentro e spinta da Nedved e Amauri tenta di non perdere ulteriore contatto dall’Inter. Impresa che riesce a un minuto dalla fine grazie a un gol del danese Poulsen, entrato cinque minuti prima per il positivo Tiago. Primo gol in campionato per il centrocampista arrivato quest’estate tra i mugugni della tifoseria.
 
Nell’anticipo del sabato sera, invece, mezzo passo falso interno del Milan contro la Reggina fanalino di coda. Ancelotti ripropone Ronaldinho dal primo minuto rinunciando a Seedorf e schierando il francese Flamini con il compito di equilibrare una squadra con molto talento ma non troppo veloce. Poche le occasioni del primo tempo, quando è anzi la Reggina a rendersi pericolosa in contropiede, sostenuta da Cozza e dal promettente Di Gennaro, e dalla generosità di Corradi. Proprio questi ultimi due sono i protagonisti del vantaggio calabrese: sponda del roccioso centravanti, inserimento perentorio e bell’esterno sinistro del ragazzino scuola Milan che non lascia scampo ad Abbiati. Al riposo si va sull’1 a 0 per gli ospiti.
Nel secondo tempo il Milan spinge con più veemenza. Entrano Seedorf ed Inzaghi, va fuori Ronaldinho, lontanissimo dal giocoliere imprevedibile ammirato negli anni passati. Il brasiliano resta un corpo estraneo, e alimenta le perplessità di coloro che considerano le sue condizioni attuali inadatte al nostro campionato. Fatto sta che proprio dalla zona di campo lasciata libera da Dinho parte P

ato per procurarsi il rigore che Kakà trasforma nel definitivo 1 a 1. Il Milan prova fino alla fine, ha un paio di occasioni con Inzaghi ma corre un grosso rischio allo scadere su iniziativa di Corradi che spara fuori di un soffio dopo essere arrivato a tu per tu con Abbiati. Alla fine risultato giusto, Milan dietro la Juve e a meno 8 dall’Inter. Il derby di domenica prossima suona come una prova senza appello per le residue speranze di scudetto dei rossoneri.
 
Nella corsa al quarto posto balza avanti la Fiorentina, alla terza vittoria consecutiva. La squadra di Prandelli batte per 1 a 0 la Lazio nella partita più spettacolare della giornata. I biancocelesti, in dieci per settanta minuti per l’espulsione di De Silvestri (doppia ammonizione), recriminano per il gran numero di palle gol sprecate dal tridente, schierato da Rossi nonostante l’assenza di Rocchi, e per il gol preso all’ultimo minuto. Tiro di Mutu non irresistibile, Muslera non perfetto e tap in dell’implacabile Gilardino, al quattordicesimo centro stagionale, solo uno in meno del capocannoniere Di Vaio. Il centravanti viola, sotto la guida di Prandelli, sembra aver ritrovato fiducia nei propri mezzi e lasciato definitivamente alle spalle l’opaca esperienza nel
Milan.
 
Nell’altro scontro diretto, prepotente vittoria della Roma, che si impone 3 a 0 sul Genoa con gol di Cicinho, Vucinic e Baptista, agganciando i rossoblu a quota 40. Spettacolari i gol del 2 e del 3 a zero, in un giornata in cui la squadra giallorosa ritrova Totti dal primo minuto.
 
Infine, il posticipo della domenica sera tra Palermo e Napoli, entrambe in lotta per un piazzamento in UEFA, vede rispettate le tendenze recenti delle due squadre. Il Palermo era reduce da quattro vittorie consecutive in casa, il Napoli da sei sconfitte in trasferta. Risultato finale, 2 a 1 per il Palermo, trascinato dal rientrante Miccoli. Due gol nel primo quarto d’ora per i rosanero, di Migliaccio e Simplicio. Il Napoli, che presenta un inedito 4-3-1-2 per concedere maggiore libertà al giovane Hamsik, reagisce in modo lento e impacciato. Trova proprio con un gran tiro di Hamsik il gol che accorcia le distanze allo scadere del primo tempo ma non basta. Nella ripresa, a parte un paio di buone occasioni per i partenopei, il risultato non cambia. Il Palermo sale a quota 35 in classifica. Salvezza raggiunta, a meno di clamorosi rovesci, e timido sguardo all’Europa per il prossimo anno. Il Napoli, dopo un prima parte di stagione brillante, finisce nella zona grig

ia della classifica. Un punto solo dietro il Palermo e alla pari del Cagliari. Le due squadre isolane, però, appaiono molto più in palla.
 
La sensazione che la giornata lascia è la solita. L’Inter continua a mostrare una marcia in più rispetto al gruppo delle inseguitrici. Se in casa qualche volta si concede qualche distrazione, la squadra di Mourinho è implacabile in trasferta, dove offre prestazioni convincenti anche sul piano del gioco e vince con disarmante semplicità. La rincorsa, per Milan e Juve, sembra difficile non solo sul piano dei numeri, ma soprattutto su quello psicologico. L’imperativo costante di mantenere il passo a lungo andare logora, e le battute d’arresto improvvise sia dell’una che dell’altra squadra sembrano confermarlo. A meno che il ritorno della Champions non porti imprevedibili scompensi nei campioni d’Italia in carica, la corsa allo scudetto sembra anche quest’anno già segnata.
 
 
 
 

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