Articles by: Letizia Airos

  • Arte e Cultura

    Altavilla. L'isola che c'è

    Si racconta di un’isola che non c’era, per via della storia con cui è nata. Ma quello che è certo è che l’isola c’è, è meravigliosa e che, Lorenzo Zurino, coraggioso imprenditore, dopo essersene innamorato perdutamente, ha deciso di scommettere sulla sua bellezza. 

     

    L’Isola di Altavilla (nota anche come isola Grande o isola Lunga)  è un’isola siciliana a nord di Marsala, la più vasta  del mini arcipelago delle isole dello Stagnone. 

    La sua nascita è relativamente recente, si è infatti formata dall’unione di isolotti rocciosi che hanno creato un lungo territorio, forse grazie a depositi di sale ai tempi dei Fenici.

     

    Lorenzo Zurino ha creato una holding che prende il nome di Virgo Holding. ”L’isola di Altavilla è un luogo pieno di storia, pieno di vita. Ho un forte legame con Marsala, con l’isola di Mozia ed Efebo, il sigaro siciliano prende proprio nome dal giovinetto di Mozia trovato nell’arcipelago dello stagnone” commenta l’imprenditore,  Presidente di The One, del Forum Italiano dell’Export e di Efebo Cigar.

     

    Di difficoltà ne ha superate diverse ma, quando l’istinto imprenditoriale si accompagna alla passione, gli ostacoli diventano solo una sfida da vincere: “Burocrazia, procedure da ripetere mille volte, ma capisco, è un’isola, non un appartamento!”

     

    E che isola! Con l’arrivo dei Normanni in Sicilia divenne feudo dei Baroni di Altavilla, ma solo nel XV secolo saranno costruite le sue saline.

    Nel 1984 viene istituita la Riserva Naturale Orientata “Isole dello Stagnone di Marsala”. Il patrimonio naturalistico così si è mantenuto inalterato, insieme ai metodi tradizionali di produzione del sale. 

    Fino agli anni ’60 l'isola era abitata da una comunità di poche centinaia di persone, erano agricoltori, lavoravano nelle saline,  poi però è stata gradualmente abbandonata. 

     

    E' un’operazione importante e visionaria quella di Zurino, soprattutto dopo un anno e mezzo di pandemia.  “E’ un segnale, è il desiderio di guardare oltre, spingersi oltre la propria confort zone. E’ la forza della volontà di chi ha passione per ciò che fa, che crede nell’Italia. ‘Virgo Holding’ nasce su questi presupposti cardine: investire in Italia, scommettere sull’Italia.”

     

    Altavilla con i suoi fondali bassi, le temperature elevate, l’elevata salinità dell’acqua, è l’habitat ideale per svariate specie vegetali e animali a rischio di estinzione. Non solo, centinaia di uccelli stanziali e migratori come i fenicottero rosa, riparano nell’isola e nidificano. 

     

    “Voglio renderla quanto più bella, elegante e unica possible. Emblema di equilibrio tra natura e bellezza.” esclama entusiasta Zurino. 

     

    L’imprenditore intende sviluppare un nuovo concept di turismo che miri alla pienezza e autenticità, in un territorio unico per storia e natura.

     

    L'esclusività del soggiorno in villa, con momenti di benessere nelle saline, il piacere di esplorare una coltivazione unica al mondo, sono sicuramente la premessa di un’esperienza inedita e raffinata. 

     

    “L’obiettivo è di investire in Italia e di scommettere sull’Italia.  L’ho fatto con Altavilla. Natura, Bellezza, Eleganza, in uno dei posti più incantevoli ed esclusivi della Sicilia.”

     


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  • Arte e Cultura

    #TheItalianResilience. Riparto con uno Spaghetti Western

    Una storia così fa bene. Narra di un giovane attore cresciuto tra Italia, Francia e Stati Uniti, che si è formato alla Sorbona di Parigi, al Williamstown Theatre Festival, all'American Conservatory Theatre di San Francisco e all'American Academy of Dramatic Arts di New York City. 

    Jacopo Rampini, cittadino del mondo, attore nel mondo, che come tutti ha vissuto i contraccolpi di questa pandemia nella vita personale come nel lavoro, oggi ci racconta come, dopo un periodo di resilienza, stia ottenendo grandi soddisfazioni. E' una storia eccellente, ma al tempo stesso così normale.

    Comincia tutto nel febbraio del 2020, in quei giorni negli USA si era ancora poco consapevoli del pericolo Covid 19.

    “Sì, infatti. Nel febbraio del 2020, prima che si sapesse che il virus stava per alterare drasticamente le nostre vite, ero stato preso per la nuova serie di Ryan Murphy (American Horror Story, Glee, Ratched, etc..) intitolata Halston sullo stilista americano degli anni 70. Ai primi di marzo, a qualche settimana dall'inizio delle riprese, mi arrivò una mail dalla produzione per segnalare che le riprese sarebbero slittate di due settimane per misure di sicurezza. Due settimane dopo, il 15 marzo, tutti gli USA sono andati in lockdown e la produzione ci ha scritto che era tutto bloccato "until further notice".

    “Fino a nuovo avviso”  comincia un periodo di grande insicurezza...

    È stato tutto fermo per sei mesi. Nessuna produzione ha potuto riprendere fino a settembre. È stato un periodo difficile, pieno di incertezze e paure sul futuro. Ma sono stato fortunato perché ad ottobre la produzione mi ha ricontattato confermando la mia parte nella serie tv in cui ho due scene con Ewan McGregor…. 

    Un periodo difficile e complesso negli Usa, quello da marzo fino a settembre.

    “All'inizio, quando vedevamo i numeri italiani, non pensavamo che la situazione sarebbe degenerata anche qui. Sentivo i racconti di amici dall'italia che mi descrivevano il primo lockdown e facevo fatica a credere. Però da un lato è stato come un avvertimento, un presagio su come sarebbe andata anche per noi a New York.

    Gli attori in America hanno avuto gli stessi problemi come tutti nel mondo?

    Gli attori in America hanno avuto forse ancora più difficoltà a riprendere a lavorare per via del fatto che SAG-AFTRA la Union degli attori di film e tv ha dovuto istituire regole molto rigide per il ritorno sui set nel rispetto delle regole sanitarie stabilite dalla CDC. In italia queste Union non esistono e quindi i miei colleghi italiani sono tornati al lavoro prima di noi.

    Ora  sei l'unico italiano-americano da New York con un ruolo ricorrente nella produzione italiana in collaborazione con la Bron americana che troverà la distribuzione sul mercato internazionale. Come è andata? 

    Di questa serie Spaghetti Western posso rivelare ancora poco perché siamo ancora in produzione. Sì, è nata ben prima del lockdown da un giovane regista italiano/sardo di grande talento Mauro Aragoni ed è stata sviluppata come un serie tv internazionale con partner europei e Americani. Una volta che la produzione sará finita, verrà proposta ai vari Network internazionali Netflix, Amazon, HBO per la distribuzione. È bello vedere talenti italiani portati all'estero. Credo ci sia molto potenziale tra giovani registi Italiani.

    Raccontaci di più di questa produzione. Il tuo ruolo?

    Questa serie tv è girata in Italia (Puglia) e in Spagna (Almeria) dove si trova il famoso set "Mini Hollywood" che fu usato da Sergio Leone per il Buono il Brutto e il Cattivo e Indiana Jones. Gli attori sono quasi tutti britannici o madrelingua inglesi perchè la serie è tutta recitata in americano. È uno spaghetti western "steampunk" distopico e con spunti alla Tarantino. Io interpreto la parte di un "deputy sheriff", cioè il braccio destro dello sceriffo. 

    Sembra un’esperienza incredibile per un giovane attore della tua generazione!

    Lavorare in un western è davvero un sogno, i set, i costumi, il trucco, creano un mondo davvero unico ed affascinante. E poi si spara con la pistola, si va a cavallo...

    C’è un altro tuo lavoro andato in porto da poco. Uscirà presto anche la nuova serie di Ryan Murphy per Netflix con protagonista Ewan McGregor, dove hai un ruolo. Di cosa si tratta?

    Ho un piccolo ruolo nella nuova serie Netflix di Ryan Murphy che uscirá il 14 Maggio. Anche questo è stato un progetto fantastico. Tutto girato a New York durante un periodo difficile per la città, racconta la storia di Halston, il famoso stilista americano che disegnò il celebre cappello di Jaqueline Kennedy e frequentava la discoteca Studio 54 con la sua migliore amica Liza Minelli. le mie due piccole scene (le altre sono state tagliate per cause COVID) sono entrambe con Ewan McGregor, un attore e uomo estremamente generoso e cordiale da cui ho imparato tanto sul set.   

    Dunque non ti sei fermato neanche in piena pandemia. Cosa vuol dire lavorare in un set in un momento così? Ci racconti?

    Un'esperienza davvero surreale. Tamponi per la prova costumi, e due tamponi al giorno per ogni giorno che si lavora sul set. Mascherine e face shields che vanno tenute sul volto tutto il giorno, perfino durante le prove con gli attori. Si fa fatica ad udire le indicazioni del regista e le battute degli altri attori, e si distinguono con difficoltá i loro volti. L'unica cosa bella, al momento della ripresa, cadono tutte la machere e ci si guarda in faccia per la prima volta. C'è qualcosa di magico nello scoprire per la prima volta il volto di una persona, soprattutto quando si tratta di Ewan McGregor

    Finalmente ora  si vive una nuova l'energia a New York grazie a vaccini...

    New York sta rinascendo. È una sensazione commovente, soprattutto per quelli come me che sono rimasti chiusi in città per tredici mesi! Ormai quando chiedo in giro sento che quasi tutti sono vaccinati, io incuso. Con l'arrivo della primavera, gli alberi in fiore e la vaccinazione di massa si respira veramente un'aria di ottimismo e euforia.

    Insomma vivi in prima persona segnali di ripartenza dopo un periodo di dura resilienza. Hai consigli per giovani come te che magari sono in difficoltà?

    Sembra un cliché, ma è nei periodi più difficili che si cresce di più. Durante i mesi di "lockdown" a New York sono stato senza lavoro per molti mesi ed ero disperato. Ho deciso che l'unico modo di sopravvivere era di rimettermi a studiare e sono tornato a scuola di recitazione via Zoom. Ogni giorno facevo una lezione per rimanere in forma, per non perdere tutto quello che ha cui ho lavorato negli ultimi 10 anni. Quando finalmente le produzioni sono ripartite a settembre e sono cominciati ad arrivare provini era da mesi che mi allenavo, ero pronto. 

    Non ho mai smesso di crederci, forse questa è stata la mia forza e la mia fortuna. Ora sto lavorando tanto, più che mai consapevole di quando questo sia un privilegio.

     

  • Fatti e Storie

    #TheItalianResilience. Il vino italiano negli USA

    Cosa vuol dire importare negli USA il vino italiano oggi?

    Una volta ridotte le attività di ristorazione per la pandemia, come sono andati i consumi? Come viene percepito oggi dal consumatore americano il vino italiano?

    Quali sono le fasce di mercato occupate negli Stati Uniti dal vino italiano? 

    Come è il confronto con il nostro concorrente francese? Quanto è importante raccontare agli americani cosa c’è dietro il vino italiano? Come vanno le vendite in rete? Come interviene lo Stato Italiano per aiutare il nostro vino?

    Questo e tanto altro ancora al centro dell’intervista a Castaldo.

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  • Fatti e Storie

    #TheItalianResilience. La Comunità Italiana di New York, New Jersey, Connecticut

    Incontriamo Francesco Genuardi, Console Generale a New York da cinque anni  e in partenza per la sua nuova sede, Bruxelles, dove è stato nominato ambasciatore.

    Queste alcune delle domande.

    Quale resoconto può fare della sua esperienza come Console Generale di New York? E di quest’ultimo difficile anno?

    Cosa vuol dire lavorare a 360 gradi con la comunità italiana, a NY molto complessa, e con gli americani?

    Possiamo dire che a New York ci sono varie comunità italiane?

    Cosa vuol dire lavorare per il Sistema Italia a #NewYork? Quanto è essenziale “fare sistema”?

    Come è stato lavorare con un governatore ed anche un sindaco di origine italiana?

    Quanto sono importanti per il nostro Paese gli americani "italofili”  o come Bassetti li chiama "Italici"?

    Perchè è importante promuovere anche la conoscenza della lingua italiana?

    Si può far conoscere il made in Italy a 360 gradi in questo Paese senza poter organizzare eventi in presenza?

    Cosa porterà con sè da New York nel suo prossimo incarico di Ambasciatore d'Italia in Belgio?

    Questo e tanto altro al centro dell'intervista con il Console Generale di New York.

     

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  • Fatti e Storie

    #TheItalianResilience. Food & Hospitality negli USA, nonostante la pandemia

    Conversazione con Gianfranco Sorrentino che da decenni lavora per promuovere la vera cucina italiana negli Stati Unti.  Ristoratore molto noto è presidente del Gruppo Italiano, una organizzazione no-profit che unisce operatori, appassionati e studiosi, ristoratori, produttori, importatori, distributori, la stampa e le scuole di cucina.

    Queste alcune delle domande.

    Come è cambiato l’approccio degli americani verso i prodotti e la cultura culinaria italiana? Di cosa si occupa l’organizzazione no-profit Gruppo Italiano?

    Cosa ha significato questo lungo periodo di pandemia per il  settore food and hospitality negli USA?

    Come si fa a comunicare la genuinita’ dei prodotti italiani?

    E la sua tipicità regionale? Quale presente e futuro ha la distribuzione e importazione di prodotti italiani?

    Come sarà il futuro della ristorazione italiana negli USA?

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  • Fatti e Storie

    #TheItalianResilience. La lingua italiana negli USA

    Cosa è lo IACE? 

    Quanti sono gli studenti di italiano negli Stati del NewJersey, Connecticut e New York?

    Cosa è cambiato per lo IACE con l'arrivo della pandemia? Come vi siete organizzati?

    A quali fasce d'età appartengono gli studenti?

    Prima della pandemia erano molte le iniziative e gli eventi per avvicinare alla lingua e cultura italiana al di fuori del contesto prettamente scolastico, avete utilizzato le piattaforme digitali per non interrompere del tutto queste iniziative?

    Quale approccio viene utilizzato per insegnare la lingua italiana negli USA?

    Di quale nazionalità o origine sono gli studenti? Come cambierà il vostro modo di insegnare l’italiano dopo la pandemia?

    Questo e tanto altro nell'intervista a Ilaria Costa.

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  • Fatti e Storie

    #TheItalianResilience. Arte, cultura e musica negli USA

    Come hanno affrontato i musicisti classici l’emergenza Covid-19 negli Stati Uniti?

    Quali iniziative sarebbero auspicabili per i teatri?

    Quali sono le emergenze attuali per il comparto della musica e artistico in generale?

    Quanto è importante lo streaming per la musica?

    Quale sarà il prossimo futuro per il teatro e la musica? 

    Questo e tanto altro al centro dell’intervista con il Maestro Miceli.

     

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  • Fatti e Storie

    #TheItalianResilience. PMI italiane in USA in emergenza pandemia. Dal commercialista

    Di cosa si occupa Grassi & Co. Come nasce il vostro studio di commercialisti a New York? 

    Quanto è importante prestare oggi particolare attenzione - soprattutto in un percorso di internazionalizzazione -  ai clienti europei ed in particolare agli italiani?

    Cosa è successo nel settore della consulenze aziendali quando il Covid ha cominciato a prendere piede anche negli USA?

    Quali sono stati gli adempimenti più importanti che le aziende hanno dovuto fare?

    Quali sono le aziende-situazioni più fragili? Cosa è successo in particolare alle aziende italiane?

    Quali sono i problemi più importanti da affrontare? Quali sono stati gli aiuti statali che le imprese hanno ricevuto?

    Quanto è importante avere un esperto che conosca entrambe le realtà, italiana e americana, soprattutto in questo momento?

    Cosa vuol dire per due giovani italiani come voi lavorare all'estero in questo settore?

    Non pensate che il vostro modo di esercitare la vostra profesisone, tra due oceani, comparando e ottimizzando sistemi diversi, sia un pò la strada più utile dove sta andando il mondo?

     La professione contabile sta cambiando. Gli audit stanno cambiando. Ora si affontano sopratutto consulenzw. E si deve conoscere la tecnologia. Come avete lavoato in questo periodo?

    Questo e tanto altro al centro dell'intervista con Carolina Spera e Giovanni Iammarone.
     

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  • Fatti e Storie

    #TheItalianResilience. Enogastronomia e qualità italiana negli USA

    Massimo Maria Amorosini e Letizia Airos intervistano per OK ITALIA PARLIAMONE Dino Borri, general manager di Eataly Nord America.

    La recente apertura in piena pandemia, di Eataly a Dallas, cosa ha significato? Non avete mai pensato di rimandare o evitarne l’apertura?

    E’ stata una sfida con voi stessi? New York, diventato l’epicentro mondiale del contagio, come sta vivendo il suo primo lockdown?

    Come avete affrontato le limitazioni e le conseguenze della pandemia?

    Quale è stato il momento più critico? Come state vivendo questa fase?

    Quali sono gli aiuti che avete avuto dalle istituzioni? Sono stati aiutati i dipendenti? Come coniugate artigianalità e qualità con la sostenibilità ambientale?

    Quale è la vera forza di New York? Queste e tante altre le domande al centro dell’intervista con Borri.

     

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  • Fatti e Storie

    #TheItalianResilience. Diffondere la Cultura italiana negli USA

    Come nasce e con quali finalità la Casa Italiana Zerilli Marimò della New York University? Cosa vuol dire promuovere la cultura italiana agli americani? Quali sono i pilastri su cui si muove l’operato della Casa Italiana? Quale è il ruolo ed il rapporto con la New York University?

    Come è cambiata negli anni l’attenzione degli americani nei confronti dell’Italia? In che modo lo Stato Italiano potrebbe promuovere maggiormente il proprio patrimonio culturale? La cultura può essere un vero volano per il pil italiano?

    Quali personalità dell’arte, della musica, della letteratura, della politica, del teatro, del cinema, sono venute a Casa Italiana? Come vi siete organizzati per affrontare l’emergenza COVID? Tanti sono i giovani impegnati in Casa Italiana, cosa vuol dire lavorare con loro?

    Questo e tanto altro al centro della conversazione con Stefano Albertini.

     

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