“UCCISO per vedere l’effetto che fa”. Massacrano l’amico per il solo desiderio di fare del male a qualcuno. Alcol e droga nella confessione shock di Manuel Foffo che, a Roma, insieme a Marco Prato, in una serata come tante, seviziano, torturano e uccidono Luca, adescato per una mancata serata “alternativa”.
Tutti ragazzi appena più che ventenni. Violenza insopportabile perfino da raccontare, inaudita, passata negli ultimi giorni dalle pagine dei nostri quotidiani con lucida puntualità. Un fatto isolato si spera, folle, e proprio per questo capace di suscitare domande, emozioni, ribellione, disagio.
Non può un uomo arrivare a tanto, si ripete la gente, soprattutto dei giovani, tutti di buona famiglia, studenti, che ti aspetti che facciano qualche cazzata e poi filino dritto. Lo studio, la ragazza, la vita insomma. È una speranza, certo, ma è anche una menzogna perché nel cuore molti sanno che non è così, non per tutti, ma non per pochi.
Lo sballo è ricerca quotidiana di chi fa i conti con il proprio nulla, con il vuoto insopportabile da riempire a ogni costo. La droga ha sempre un nome, un cognome e un indirizzo: eroina, cocaina o crack che sia. Da giovane prete mi attrezzavo per cercare di affrontare il problema, caso per caso, studiando i ragazzi che mi trovavo di fronte e provando, al termine di un lungo percorso di tanti tossicodipendenti, a favorirne il reinserimento tra gli amici, in famiglia, a scuola.
Negli anni della contestazione le droghe tra i giovani erano largamente diffuse e benché fossero “praticate”, anche chi ne faceva uso, era consapevole di fare una trasgressione: oggi la trasgressione si è trasformata. Chi non trasgredisce non è normale, bisogna sballarsi ogni sabato sera, altrimenti si rischia di rimanere isolati, fuori dal gruppo. E questo complica tutto maledettamente.
Lo sballo è la condizione per essere, per divenire. E man mano che la vita presenta i suoi conti, lo sballo organizzato per un “innocuo” festino diventa progressivamente struttura della mente, l’unica risposta possibile per affrontare il quotidiano.
La posta si alza sempre di più, il bisogno della pseudo trasgressione cerca sempre più spazio fino ad occuparlo tutto, l’asticella portata sempre più in alto, per sentirsi vivo, per nascondere il fallimento delle emozioni tradite. Si sballa il giovane camorrista per trovare il coraggio di uccidere a basso costo, si sballa lo studente per sostenere l’esame, si sballa chi teme di fare cilecca nel fare sesso, si sballa l’onorevole per giustificare la complice corruzione, si sballa il professionista per restare a galla nella scorretta competizione, si sballa l’intellettuale a corto di fantasia, si sballa l’uomo d’affari per procurarsi il massimo profitto, si sballa il religioso anemico di fede che celebra ciò in cui non crede. Non saranno droghe mortali, ma fanno ambiente, costruiscono case in cui i nostri giovani, persa l’innocenza troppo presto, respirano il falso e con il falso convivono. Bullismo, violenza, l’attenzione ossessiva al proprio aspetto fisico sono tutti segnali inequivocabili del fallimento di una generazione, la nostra, che non ha saputo riempire quel “vuoto desolante” che porta i nostri ragazzi a cercare esperienze drogate per trovare un po’ di senso a una vita che sembra non averne. E quando il prezzo da pagare per una compagnia più “esigente” è la follia di una notte “originale”, “unica”, “irripetibile”, l’assurdo può diventare fatto, la sceneggiatura di un film dell’orrore diventa cronaca. Ci sono droghe che possono servire a questo macabro scopo, forse come lo è stato per il delitto efferato di Roma. Una sostanza che molti, anche napoletani, hanno scoperto in Spagna o in Inghilterra di cui si parla poco: la droga del cannibale.
L’unità anti-droga della Guardia Civile a Ibiza ha individuato una sostanza simile alla cocaina, che può essere fumata come marijuana sintetica, sniffata o iniettata, e che produce estrema paranoia, psicosi, reazioni violente, istinti suicidi e morsi sulle carni vive. Il farmaco è il “Cloud Nine” che mischiato con altre sostanze sintetiche note come “sali da bagno” può causare una sensazione di estremo relax, attacco di panico, perfino un ictus, e trasformare il consumatore in un omicida spietato fino al cannibalismo. Gli effetti di cinque milligrammi di questa micidiale droga possono durare fino a una settimana. Il consumatore non sente dolore.
A Washington hanno addirittura fermato persone con arti mutilati, ferite da taglio profondissime che camminavano per strada come se niente fosse. Se così fosse, se di quella droga si tratta, il delitto efferato di Roma non sarebbe il semplice epilogo di una notte di orrore, ma Dio non voglia, il prologo di una devastante escalation.