In Italia si afferma un nuovo modo di fare cinema. Fautori di una tendenza metamorfica dell'arte di narrare per immagini, la giovane autrice e regista Emanuela Mascherini e Stefano Amadio, direttore del portale di cinema e di promozione dell’audiovisivo nazionale Cinemaitaliano.info. L'iniziativa prende il nome di CineAtelier, una rassegna ideata per dare spazio al cinema d’autore attraverso una selezione di opere prime e seconde in territori decentrati.
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"Vogliamo appropriarci del ruolo che ci spetta e occupare posti istituzionali per costruire un mondo a misura di quello che abbiamo vissuto insieme a Palermo. Un mondo più libero, uguale per tutti, un mondo più giusto, più tollerante, più umano. Un mondo dove la diversità non è un problema ma ricchezza." Questo il sogno dei delegati alle quattro giornate organizzate dal CGIE nel città siciliana, con tanti giovani residenti all'estero. "Il Seminario di Palermo mi ha cambiato. Ha cambiato la mia visione del mondo, il mio approccio alle 'culture' italiane - ha stravolto le mie priorità, ha acceso un fuoco e rinnovata la mia passione per l’italianità."
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Si svolgerà a Palermo (16/19 aprile 2019), un seminario per la creazione di una rete di giovani italiani nel mondo e i-Italy sarà presente. Ad organizzarlo il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero. Ne parliamo con la presidente della Commissione “Nuove migrazioni e generazioni nuove”, Maria Chiara Prodi.
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Uno dei testi più intensi e belli. Pieni di significato. Non arriva mai impreparato Daniele Silvestri al festival di Sanremo, le sue denunce sono un pugno diritto allo stomaco.
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L’esperienza della Scuola d’Italia a New York in un convegno. “Coltivare Teatro, il valore pedagogico del formatore teatrale - scuola e teatro per un processo creativo condiviso” che si terrà il 9 gennaio 2019 dalle h 9.30 alle h 13.30 presso l'Auditorium dell'I.C. Spirito Santo a Cosenza.
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Nei miei primi anni di insegnamento mi i fu affidata la cattedra per i ragazzi non vedenti che frequentavano la scuola. Erano poche classi miste di media inferiore, frequentate ognuna da pochi ragazzi. Forse sono stati gli studenti più incredibili che abbia mai avuto.
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I fatti raccontano una citta' allo sbando ed è inutile ricercare colpevoli, sono noti, sono sotto gli occhi di tutti e l’indignazione da sola dei soliti commentatori del giorno dopo è un alibi per nascondere responsabilità, scappare di fronte all’assurdo di crimini gratuiti, vigliaccheria, comunque, in ogni caso già scritti, tutti prevedibili. Quello che cercano i ragazzi “perduti” è essere ritrovati proprio là dove la prepotenza criminale li trasforma da quotidiani fantasmi in primi attori per esistere, per uscire alla scoperto, per vincere il nulla che li opprime.
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Come vorrei una appassionata e travolgente stagione in cui i protagonisti fossero loro, i nostri ragazzi, pronti a trovare lo slancio e la curiosità di organizzare anche per noi un mondo migliore. Io ci credo, credo che sia ancora possibile. E credo che come nel ’68 quel vento giunse all’improvviso, così sarà. E per quanto mi riguarda, comunque e in ogni caso, sarò dalla loro parte.
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Ho rivisto in questi giorni un grande film di Nanni Moretti, “La stanza del figlio”, vincitore della Palma d’oro al Festival di Cannes, e devo dire che mi ha commosso di nuovo, profondamente. I conti con la verità del dolore non si saldano mai, sarà perché per “mestiere” i conti li fai spesso, che la visione del film, in questi giorni, ha provocato in me pensieri strani, dolore, speranza, domande di senso su quello che avviene nel quotidiano vivere a Napoli o altrove, su troppi innocenti, giovani e bambini, uccisi da una sorte crudele, incidente, malattia, o da scandalosa ingiustizia, che sia guerra, armi chimiche, fame o traversate criminali
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Sono stanco di sentire parole come “branco” se servono agli esperti buonisti per sciorinare concetti che vorrebbero il degrado morale di una gioventù violenta e volgare superare la responsabilità individuale di chi commette il crimine in forza dell’attrazione del gruppo, quasi che “branco” fosse condizione attenuante e non aggravante, che insieme si può essere comodamente cattivi per ritornare facilmente buoni da soli.