L’emergenza Coronavirus ha portato molti a ripensare la propria attività, lo stesso è accaduto a te che hai dato vita ad Ok Italia Parliamone. Quando e come ti è venuta l’idea? Mi piacerebbe che tu ricordassi l’esatto momento in cui hai pensato di farlo. Insomma la tua esperienza di vita, vissuta in prima persona.
A partire dai primi giorni del manifestarsi della fase di emergenza causata dal Covid-19, mi sono trovato di fronte ad un grande dilemma che penso sia stato comune un pò a tutti noi. Attendere passivamente lo sviluppo degli eventi oppure provare a reagire cercando di pensare da subito a come poter affrontare il futuro a cui saremmo andati incontro.
L’unica certezza che oggi abbiamo è che non si potrà più tornare alla normalità cui eravamo abituati, ma che anzi dovremo abituarci a convivere con una “nuova normalità” che nascerà, e già si inizia a vedere, da quanto è successo.
OK ITALIA PARLIAMONE è un progetto, un format televisivo, da me avviato nel maggio 2019 e che andava in onda sul digitale terrestre. Nel pieno della crisi legata alla pandemia covid19, nel momento in cui il lockdown ha messo in discussione tutte le nostre certezze ed abitudini, ho trasferito sul web la trasmissione prima con la campagna “io resto a casa”, che ha visto la partecipazione di parlamentari, imprenditori, giornalisti ed esponenti vari dell’associazionismo e delle professioni, poi con una serie di interviste che avevano la finalità di guardare al futuro con una rinnovata speranza, offrendo informazioni “corrette e trasparenti” sul reale impatto del Coronavirus nel nostro Paese e sulle misure del governo per la ripartenza di tutto il Sistema Italia.
Si punta al confronto con gli ospiti per ragionare di idee e azioni utili per far ripartire il Paese. Come vengono selezionati gli interlocutori?
La scelta è semplice, intervisto chi realmente ha qualcosa da dire, ma soprattutto chi può aiutare gli altri nel trovare la strada per superare il momento di crisi economica attuale che ricordiamo essere la peggiore dal dopoguerra ad oggi.
Lavorate in partnership con Finanziamenti News. Assocamerestero e ITALPLANET GROUP, quindi seguite in particolare le camere di commercio all’estero. Cosa comporta raccontare la loro attività?
Sempre durante il lockdown è nata questa partnership, dopo esserci confrontati sulla situazione emergenziale in corso ci siamo trovati tutti sulla posizione di voler individuare dei percorsi che potessero aiutare le nostre PMI ad alzare la testa e a guardare con rinnovata fiducia ed entusiasmo al futuro. Abbiamo quindi deciso di guardare oltre i confini nazionali con una serie di interviste di Ok Italia Parliamone ad Ambasciatori e Presidenti delle Camere di Commercio italiane nel mondo. Un vero e proprio percorso di esplorazione, grazie a dei testimoni privilegiati, dei Paesi nei quali l’internazionalizzazione può rappresentare un’opportunità per la ripresa delle nostre PMI, facendo leva sull’attrattività del Made in Italy.
Quale è il target di riferimento? In Italia o all’estero?
Quel tessuto economico produttivo fatto soprattutto di piccole e medie imprese che quotidianamente, pur tra mille difficoltà, contribuisce a tenere alto il nome del nostro Paese facendo del made in Italy una nostra bandiera nel mondo.
E’ un momento difficile ma è chiaro che l’Italia deve puntare ora più che mai sull’internazionalizzazione. La sua vera ricchezza sono le piccole e medie imprese. Quali sono secondo te gli errori in comunicazione che non vanno fatti, soprattutto ora?
C’è ancora una frammentata conoscenza dei mercati esteri e delle opportunità che questi possono rappresentare per le nostre PMI. Serve comunicare in maniera chiara e diretta, senza fronzoli. Una comunicazione che arrivi direttamente alla pancia, alla mente e al cuore dei nostri imprenditori, partendo proprio dalla narrazione di quanti hanno già affrontato i nuovi mercati. Nelle mie interviste ai Presidenti delle nostre camere di commercio all’estero l’ultima domanda è sempre la stessa, chiedo se ci sono delle “regole d’oro” che un’impresa italiana che punti ad avere successo in quel mercato deve rispettare per evitare amare sorprese. L’improvvisazione non aiuta, mai.
Quali sono i più urgenti bisogni di informazione e formazione delle nostre PMI interessate ad internazionalizzarsi? Come potrebbero essere affrontati in particolare utilizzando le tecnologie digitali?
Il lockdown ha costretto tutti ad imparare ad utilizzare le tecnologie digitali, una positività certa è che abbiamo ridotto il gap digitale con gli altri Paesi. Webinar ed anche b2b virtuali sono ormai sdoganati ed iniziano a dare i loro primi importanti risultati. Altro aspetto su cui dobbiamo ancora lavorare molto è l’informazione e soprattutto la formazione da fare ai nostri imprenditori per prepararli alle tante incognite cui possono andare incontro nel momento in cui decidano di internazionalizzare la propria azienda.
I giovani. Quanto pensi che un progetto così possa aiutarli
I giovani, e non è retorica, sono il nostro futuro. In loro dobbiamo porre la nostra fiducia e abbiamo l’obbligo morale di metterli nelle condizioni ottimali per poter traghettare l’Italia verso un mercato sempre più competitivo e globale, rivendicando per il nostro Paese il ruolo di attore protagonista che naturalmente gli compete. Il progetto di Ok Italia Parliamone guarda con attenzione ai giovani ed è anche per questo che abbiamo deciso di utilizzare gli strumenti offerti dal web per accorciare le distanze e garantire una comunicazione diretta ed portata di mano, o meglio di mouse.
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