Giulio Rapetti, in arte Mogol, autore delle più celebri canzoni della musica italiana, è stato premiato all’Ortigia Film Festival di Siracusa con il Premio Speciale OFF11 Sangemini alla Carriera. Negli Stati Uniti solo un anno fa il famoso paroliere ha ricevuto un riconoscimento per la sua opera dal Berklee College. A questo proposito è allo studio un gemellaggio tra la famosa scuola di musica e il Cet, il Centro europeo di Toscolano – la cittadella che l’artista ha costruito tra i boschi umbri, in cui ha investito tutti i diritti dei suoi testi. Un progetto che vuole diffondere la musica classica a livello internazionale, soprattutto tra i giovani.
Mogol, il poeta della musica italiana, ha lavorato al fianco di grandi cantanti come Battisti, Mina, Riccardo Cocciante, Adriano Celentano, Mango, Gianni Morandi e tanti altri. Le sue opere letterarie seguono la traccia delle note per realizzare pietre miliari della musica che gli hanno permesso di ottenere il primo posto nelle classifiche per ben 121 volte in carriera.
E pensare che all’inizio quel nome “Mogol”, pseudonimo del generale delle marmotte, non gli piaceva. Poi nel tempo mi ha portato fortuna”.
Che cosa hai imparato dal mestiere della vita?
L’assoluta libertà. Vivere non al servizio di nessuno, non inseguendo il successo ad ogni costo, cercare di piacere a tutti. La libertà di trasformare la musica in parole. Le mie canzoni seguono un percorso dove la musica si adagia sulle parole per creare la melodia perfetta. Prendo ispirazione dal mio vissuto, dalle esperienze che hanno segnato la mia vita. Fare spazio alla voce del cuore per raccontare l’autenticità.
Cosa la ispira quando scrive?
Credo in Dio e penso che sia una fonte di ispirazione privilegiata. Bisogna comunque guardare alla vita vera, quella che viviamo quotidianamente. Molto spesso si realizzano delle fiction per conquistare ascolti, però quando si riesce a produrre la vita vera ha un altro colore, un’altra fragranza e luce. Io scrivo di situazioni ed emozioni dove la gente si riconosce. Tutti viviamo gli stessi sentimenti. E si capisce se un testo è tratto dalla vita.
Qual è la canzone che ancora la emoziona?
Sono molte le canzoni che ho scritto e poi non mi ricordo di averlo fatto. Per altre quando le sento come ascoltatore mi ritrovo sempre a essere soddisfatto di quello che ho creato.
Sodalizio con Battisti. Come è iniziato tutto?
Lucio mi è stato presentato da un’amica che voleva promuoverlo come nuovo cantante nel firmamento della musica italiana. La prima impressione non è stata esaltante ma poi abbiamo provato a fare qualcosa. Così è nata il 29 settembre. Battisti aveva una cultura musicale vasta e assorbiva tutto. E poi mi capiva al volo.
Le sue canzoni sono in 523 milioni di dischi venduti nel mondo…
È un risultato incredibile che mai mi sarei aspettato. Di sicuro ci sono 121 canzoni che hanno conquistato le vette delle classifiche internazionali
È ospite dell’Ortigia Film Festival, qual è il suo rapporto con il cinema?
Mi piace vedere film ma non ho pensato di realizzarne uno. Comunque le mie canzoni sono dei piccoli film. La mia creatività si esprime nella scrittura.
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