C'era una volta la maratona. La gara più importante delle Olimpiadi quando per gareggiare si fermavano pure le guerre.
Oggi un atleta italiano viene a New York, non per fermare una guerra, ma per continuarne una che ha iniziato 4 anni fa contro un cancro che lo ha colpito nel 2012, un incurabile tumore ai polmoni con metastasi.
Leonardo Cenci, detto Leo, che vuol dire anche leone, è uno che ama la vita e non si fa intimorire dalle avversità che nella vita a volte si incontrano specialmente quelle che la vita possono stroncarla.
Quattro anni fa i medici gli dissero: ”Leo, siamo dolenti, ma la tua malattia è troppo avanzata per poterla fermare.” E gli hanno dato qualche mese di vita.
Leo non ne ha voluto sapere di soccombere alla fatalità. Grazie al suo vulcanico carattere e festoso amore per la vita e alle cure ricevute da una squadra di medici guidati dalla sua oncologa Dott.ssa Chiara Bennati, che lo accompagnerà a New York, Leo è ancora con noi, con rinnovata energia. Leo ha anche ideato gli ”Oncology Games,” e creato
”Avanti Tutta” [2] una associazione che vuol dare con i suoi programmi dignità ai malati di cancro e promuovere uno stile di vita sano.
Sarà con Leo e lo affiancherà nella sua avventura oltre oceano anche il suo amico Mauro Casciari, giornalista e inviato della trasmissione Rai ”Mi manda RaiTre.”
L’avventura di Leo è sulla bocca di tutti gli appassionati della corsa non solo nella sua città natale di Perugia. Mentre partecipava ad una corsa a Roma ha conosciuto Giovanni Malagò, presidente del Coni, Comitato Olimpico Nazionale Italiano che toccato emotivamente dalla sua storia e entusiasmo lo ha invitato a tenere una conferenza stampa nel salone d’onore del Coni a Roma per annunciare la sua partecipazione alla maratona della Grande Mela e informare il pubblico delle sue attività. Lua sua è una storia incredibile,” ha detto Malagò, ”per questo ritengo che il progetto legato agli Oncology Games rappresenti un traguardo e un nuovo punto di partenza per lanciare un messaggio di grande significato sociale legato agli straordinari benefici derivanti dalla pratica sportiva. Leo è uno di noi. Mi ricorda Bebe Vio. Non li ho mai visti una volta senza il sorriso. Nel 2012 Leo voleva correre la maratona ma l’uragano Sandy glielo impedì. Stavolta sarà lui a vincere: l’uragano Leo”.
La sua preparazione atletica è rigorosa e Leo deve tener conto dei protocolli terapeutici che stanno dando ottimi risultati per fermare la progressione del cancro. ”Anche se con quattro anni di ritardo riuscirò a realizzare il mio sogno di partecipare a questa maratona, la maratona creata da Fred Lebow. Anche lui fu effetto da un cancro, ma decise comunque di correre nella maratona. Mi sono proposto di completare il percorso in 5 ore e mezzo circa, e battere il record di Fred. Ma la mia primaria considerazione è battere il cancro e così portare un messaggio di coraggio e speranza a quanti si trovano nelle mie condizioni.”
A New York, prima della maratona di Domenica, Leo parteciperà al ricevimento offerto dal console generale italiano a New York Francesco Genuardi per i maratoneti italiani e poi parteciperà con un altro atleta che ha vinto questa corsa 30 anni fa, Gianni Poli, ad un ”giro di boa” nel Central Park, per riscaldare i muscoli.
II tempo promette bene, c’è ancora l’Estate Indiana, the Indian Summer. Leo non sarà solo lungo il percorso. L’accoglienza dei New Yorkesi è ben conosciuta e lo acclameranno e incoraggeranno a concludere la corsa. Leo corre con il pettorale # 64502, che regalerà al presidenti del
CONI [3], Giovanni Malagò, al suo rientro in Italia. Sarà una grande giornata per una battaglia che Leo vuole vincere.
E lo farà.
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Uff. Mico Delianova Licastro, is
Coni [3]Representative in the US,