Lo scorso 8 Dicembre è iniziato l’Anno Santo Straordinario della Misericordia. In Piazza San Pietro, di fronte a una folla di cinquantamila persone, Papa Francesco ha segnato una nuova giornata storica per il suo pontificato, aprendo la Porta Santa e ripetendo la frase di rito: “Apritemi le porte della giustizia”.
Un Anno Santo diverso, straordinario, appunto, ma non solo per la convocazione strettamente collegata al cinquantenario dalla chiusura del Concilio Vaticano Secondo, evento memorabile in cui, ricorda Papa Bergoglio, “ci fu l’incontro tra la Chiesa e gli uomini del nostro tempo”.
Molti sono gli aspetti che rendono questo un Giubileo senza precedenti: è il primo Giubileo a tema, quello della Misericordia. Ed è il primo Giubileo diffuso, sparso per il mondo, con la Chiesa che raggiunge i propri fedeli aprendo Porte Sante in ogni continente, in ogni Chiesa e non solo, volendo comunicare l’idea di andare incontro non solo ai propri fedeli, ma al mondo intero. La prima apertura, cosa mai accaduta nella storia della Chiesa, è avvenuta durante il viaggio del Pontefice in Africa, otto giorni prima della cerimonia ufficiale.
Un’immagine inedita per tutti vedere aprirsi una Porta Santa fuori da Roma, a Bangui, nella Repubblica Centroafricana, periferia del mondo dove vivono gli ultimi, emarginati e dimenticati da tutti. Poi, a seguire, per seconda, la canonica Porta Santa nella Basilica di San Pietro, e via via nelle altre Basiliche romane.
La novità, fortemente voluta da Papa Francesco, è, quindi, l’apertura di Porte Sante non esclusivamente a Roma, ma anche in ogni santuario del mondo, ed ancora negli ospedali, nei dormitori dei senzatetto e nelle carceri, ovunque ci sia l’Uomo con le sue fragilità e le sue miserie. Papa Francesco vuole che questo Giubileo Straordinario venga ricordato per il messaggio forte di una Chiesa che deve “riprendere con entusiasmo il cammino missionario”, unaChiesa pronta a percorrere le strade del mondo, senza avere paura, avendo come riferimento la Misericordia del Buon Samaritano, come desiderava Papa Paolo VI.
Altra novità inedita di questo Anno Santo della Misericordia è la compresenza di due Pontefici, il Papa Emerito Benedetto XVI e Papa Francesco, i quali si sono abbracciati, poco prima dell’apertura della Porta Santa e poi, uno dopo l’altro, hanno varcato la soglia della Basilica avanzando fino alla Tomba dell’Apostolo Pietro. Quella del Papa Emerito è una presenza importantissima, perché testimonia l’appoggio di Ratzinger alla riforma che Papa Francesco sta portando avanti in Vaticano, una riforma molto criticata, invece, all’interno della Chiesa e della Curia Romana.
E gli aspetti inediti connessi a questo Giubileo non finiscono qui: è il primo Anno Santo blindato, sotto costante minaccia, tanto da far sembrare Piazza San Pietro, presidiata da forze dell’ordine pronte a sventare eventuali attentati durante la Cerimonia Inaugurale, il fronte di una guerra invisibile e insidiosa, anche se il Papa, nella sua Omelia, ha invitato i fedeli a non avere paura, dicendo che “la paura non si addice a chi è amato”.
È inevitabile, tuttavia, che questo Giubileo della Misericordia s’intrecci con i fatti del mondo, mentre l’umanità intera si interroga su quale ruolo abbia la religione mentre aumenta la minaccia del terrorismo. Un discorso quanto mai attuale in questo momento storico in cui, come succede ormai da secoli, ancora si uccide nel nome della religione. E proprio la minaccia del terrorismo ha condizionato l’affluenza per la Messa d’inaugurazione del Giubileo che è stata inferiore alle aspettative.
Durante questa celebrazione, il Pontefice è apparso visibilmente stanco, provato, ma determinato nella sua volontà di comunicare la Fede. Una solennità del volto e dei gesti in contrasto con la consueta immagine del Papa “arrivato dalla fine del mondo”, dalla periferia, come si era definito sin dalla prima apparizione dopo l’elezione al soglio pontificio, quando la fumata bianca annunciò al mondo l’arrivo di un Pontefice argentino ma di origini italiane, che scelse di chiamarsi Francesco, il nome del santo della semplicità, della carità, il santo che non concepiva chiusure nei confronti di nessun essere vivente.
Con l’8 dicembre inizia l’avventura dell’Anno Santo della Misericordia, un’avventura sotto il segno della paura del terrorismo e con la vicenda del processo “Vatileaks” ancora in corso. Sarà un anno cruciale per la Chiesa cattolica, che ispirandosi alla Misericordia dovrà confrontarsi con la jihad, con la cosiddetta “guerra santa”, ma anche con i migranti e con le decisioni che la politica europea e non solo prenderà sui flussi migratori che non accennano a diminuire. Ma si sa che le cose del mondo si misurano con parametri diversi rispetto a quelli della Chiesa.
Resterà impressa agli occhi di milioni di spettatori sparsi per il globo l’immagine dell’apertura della Porta Santa che lascia entrare la luce nella Basilica, un’immagine di speranza per tutti.