Terzo vanto del Centro è la pubblicazione di due serie di libri sulla ricerca empirica, teorica e analitica inerenti l'esperienza italo-americana. E si aggiunge il fiore all'occhiello: l'uscita in stampa della rivista peer-review semestrale sull'esperienza italiana-americana, American Review italiana" . Ed il Dean, visibilmente soddisfatto, ci svela di averla resuscitata per farne una rivista in cui i colleghi docenti possano criticare i pezzi prima che siano pubblicati...
Ma quale è la chiave per uno scambio culturale tra l'Italia e Usa?
"Lo scambio tra i due mondi, apparentemente distanti, - risponde deciso il Professore- passa per una corretta e condivisa comunicazione. Ovvero una situazione in cui ci si capisce, ci si comprende e per questo nasce uno scambio reciproco. Può accadere solo se si conosce la lingua di cui si parla, altrimenti certo non si colgono sfumature, particolarità, tratti essenziali dell'italianità...
Le situazioni legate all'Italia passano per la lingua stessa, che dunque è veicolo di conoscenza in sé: senza di essa difficilmente si raggiunge l'essenza della cultura di riferimento..."
Ma il Professore fa subito una precisazione: "Mentre la lingua italiana è in buono stato ed il suo studio in continuo incremento - basti vedere i numero crescente di coloro che tra studenti e professionisti seguono corsi per impararla - la Cultura dell'Italianità fatica ancora ad affermarsi... "
Il problema secondo Tamburri sta nella Comunità Italiana in sé: o si è italiani al 100%, oppure gli italo-americani che hanno trascorso una vita negli States. Questi hanno ormai solo di rimando un pallido riflesso della cultura Italiana e non possono quindi palesarsi come italiani puri, fregiarsi di elementi culturali che non hanno e che inevitabilmente aumentano il divario tra la Comunità di italiani puri e gli italoamericani appunto ormai lontani...
L'Italo-americanità del 2014 è un “esser cittadini dei due Mondi”. Perchè è così importante marcare le porprie origini? Da dove nasce il desiderio di delineare così tanto le radici?
"Pongo l'enfasi su due motivi - ci risponde il Prof. Tamburri - il primo è che siamo una nazione giovane, l'emigrazione affettiva italiana si ebbe nel 1880 e dunque la scala del tempo ci suggerisce che la Comunità italiana negli States si afferma solo 140 anni fa... Davvero poco tempo fa.
Altra moltivazione: dopo Pearl Harbour c'è stata una fortissima americanizzazione rafforzante l'idea di nazionalismo e, al contempo, una di demonizzazione dell'esterofilia. Tutto ciò che aveva che fare con l'estero era sinonimo di dannoso, fascismo, nemico... Dunque anche la lingua.
C'è ne è davvero voluto di tempo per invertire la tendenza, ma ce l'abbiamo di gran lunga fatta!"
Continuiamo il nostro peregrinare tra le riflessioni in esame, con altri interrogativi...
Paradossi: in famiglia molti italo-americani non parlano italiano, ma i figli sono sempre più interessati a conoscerlo. Quale è il confine tra amore, rispetto, onore per le proprie origini e... la bella figura di essere italiano?
"Perchè se si vuol primeggiare negli States si deve smettere di mangiare aglio, rispondo con un modo di dire statunitense - commenta il Dean Tamburri- per far comprendere l'entità del fenomeno in corso.
Certo se da un lato alcuni italiani e gli italo-americani non vogliono trasmettere alla prole lingua, cultura, usanze e tradizioni molti lo vedono come chiave di arricchimento e valore aggiunto fonte e motivo dunque di vanto personale, anche se da non esibire in pubblico, da non sbandierare ai quattro venti, da non palesare eccessivamente...
Il perchè è presto detto: non riescono a rispondere a tono alle battute negative sull'Italia, non hanno la consapevolezza per apprezzare appieno la Cultura italiana..."
E allora la nostra conversaione sull'Italianità si addentra in meandri che dipingono un chiaroscuro della visione dell'Italia qui a New York. Luci ed ombre ...
Cosa fare per diffondere e preservare la lingua e cultura italiana per gli italoamericani e cosa non fare?
"Non demonizzare nulla: includere tutto, nel bene e nel male...
Una Cultura deve esser accettata a 360°, senza eliminare o rivalorare massimanete solo alcuni aspetti... Non avrebbe senso. Questo non vuol dire accettare anche ciò che non va, ma è da intendersi come tenere in considerazione anche gli aspetti negativi di una cultura, perchè comunque patrimonio di arricchimento e fonte di potenziale miglioramento..."
"Dimenticavo -a ggiunge Tamburri- Riderci su... Sviluppare più ironia fa davvero bene al cuore"... ecco l'americanità del Nostro che trapela!"
Di cultura non si mangia ebbe a dire qualche tempo fa un noto uomo politico italiano. Cosa risponde?
"Solo di cultura non si vive... vero, ma senza, davvero non si va avanti!"
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