Nella Leica Gallery, lo spazio che ospita la storia, e la leggenda, della Leica - la macchina fotografica che ha raccontato l’umanità in modo unico – e che espone in questi giorni le opere intense di Renato D’Agostin e di Alessandro Zuek Simonetti, si è tenuta giovedi 10 dicembre la presentazione di Variatio, un nuovo bimensile d’arte fotografica. E ci teniamo a sottolineare che si tratta di un progetto artistico nel senso piu onesto e complesso del termine.
Non è il magazine fotografico a cui il grande pubblico è abituato, dalla grande tiratura e poche idee. Variatio ha una missione: documentare e raccontare l’evoluzione, o la rivoluzione, dell’arte fotografica nel mondo. Dare vita a sei numeri ogni anno che coinvolgano gli appassionati nelle dinamiche instabili dell’ispirazione, della ricerca e della creazione delle immagini. E magari sorprendersi a scoprire che artisti diversi, in parti opposte del mondo, vivono della stessa poetica, e che questa poetica non è casuale, è l’energia dell’arte.
Editor in chief di Variatio è il prof. Renato Miracco, che ci spiega perchè ha voluto aprire il primo editoriale citando Robert Frank, artista a cui è attualmente dedicata una mostra al MET. Il motivo è duplice, oltre infatti a voler omaggiare un grande fotografo, Renato Miracco riconosce una sintonia fra la rivoluzione operata da Frank negli anni 50 e 60, con quella che si auspica Variatio ed i suoi artisti attuino attraverso questo progetto. Rompere con le regole riconosciute, catturare la realtà in modo nuovo. Frank ha raccontato all’America il vero volto dell’America. Senza pose e senza lustrini, ha scelto di avvicinarsi, potremmo dire con gli occhi dei neorealisti, ai volti, ai difetti, alle crepe di un sogno imperfetto. Appoggiare Variatio sulle orme di Frank significa dimostrare a tutti che è ancora possibile sperimentare l’innovazione, è un’incitazione ad osare percorsi nuovi, e la sfida, o il privilegio, per Miracco ed il suo team è trovare chi sa farlo in modo eccezionale.
Variatio vuole essere, per la comunità artistica, un territorio d’incontro e di scambio che dia modo di parlare di fotografia.
Direttore creativo e project manager della pubblicazione è Sacha Majidian. È lui che ci racconta come nasce un lavoro cosi impegnativo e coinvolgente. Nasce dalla fine.
Sapere in anticipo dove il magazine vuole andare, chi lo leggerà e chi lo collezionerà, è l’unico modo per affrontare responsabilmente e professionalmente una realtà competitiva e di nicchia. Perchè è stato chiaro fin dall’inizio che questo sarebbe stato un oggetto di culto, dedicato a chi davvero ama la fotografia e desidera conoscerla.
L’unico modo per distinguersi dalle tante riviste fotografiche che affollano le librerie, era quindi puntare sulla qualità e sull’eccezionalità. 5.000 copie numerate verranno stampate ogni due mesi e distribuite nelle gallerie e librerie specializzate in diversi paesi del mondo (tra cui USA, Francia, Belgio, Italia, Giappone). Ogni artista “esposto” sarà sostenuto e garantito dalla galleria che lo rappresenta, il cui nome e indirizzo verrà trascritto accanto alle opere. Questa scelta non vuole essere un limite, ma una prova di serietà e professionalità.
E parlando di artisti ecco i primi nomi che hanno l’onore di inaugurare questo viaggio: Joel-Peter Witkin, Shrin Neshat, Olga Sviblova, Don Freeman, Paolo Ventura, Daniel Power, Renato D’Agostin, Fifty One Fine Art Photography, Photo4, Verve Gallery of Photography, Galerie Analix Forever, M97 Gallery, Jarach Gallery, Power House Arena, e molti ancora. Ogni numero dedicherà un’intervista approfondita ad un importante fotografo, sia nella sua lingua madre, che nella traduzione inglese.
Varietà è dunque, già dal nome, la chiave di lettura per avvicinarsi alla rivista. Artisti di origine, cultura e tradizione diversa arricchiranno ogni numero di esperienza.
Sfogliare la rivista sarà come viaggiare, passare da un microcosmo all’altro attraverso l’emozione delle immagini, cambiare paesaggio seguendo l’arte che asseconda il moto terrestre...e in qualche caso che lo contrasta. E come dicevamo prima, ci aiuterà a scovare correnti estetiche e linee di immaginazione che si muovono insieme senza incrociarsi mai. Perchè nulla si crea e tutto si distrugge, ma, ci permettiamo di aggiungere, tutto si può raccontare, sempre in modo nuovo, variando sul tema.
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