Doveva essere una giornata favorevole alle inseguitrici. Questo almeno era quello che speravamo, noi che ci auguriamo un campionato incerto fino all’ultima giornata. Il derby, si usa dire, è una partita particolare in cui può succedere di tutto, perfino che il claudicante Milan di quest’anno, tra l’altro orfano dell’infortunato Kakà, riesca a fermare la corazzata nerazzurra. E invece, la squadra di Mourinho ha riportato tutti bruscamente alla realtà. Vittoria per 2 a 1, Juve a nove punti e Milan addirittura a undici. La distanza dalla Fiorentina quarta e dal Genoa quinto è talmente grande che non vale nemmeno la pena di misurarla.
L’Inter si presenta al derby forte del pareggio pomeridiano della Juve. Un’iniezione di calma e serenità ulteriore per una squadra che non ha certo bisogno degli omaggi delle concorrenti. Al Milan tocca vincere per restare agganciato ai cugini e strappare il secondo posto alla Juve. La squadra di Ancelotti fa a meno di Kakà e si affida a Ronaldinho, reduce da diverse panchine consecutive e qualche mugugno. L’ex fenomeno ripaga la fiducia e sfodera la migliore prestazione da quando è in Italia. Presenza costante nella partita, e giocate efficaci e spettacolari. Da fuoriclasse vero il tocco di esterno che manda Jankulovsky a crossare dal fondo il pallone che Pato trasforma nel gol della bandiera. Ma la classe di Ronaldinho, la verve di Pato, il coraggio di capitan Maldini all’ultimo derby non bastano. L’Inter è forte, sicura di sé e implacabile. Nel primo tempo due occasioni, due gol. Il primo di Adriano, viziato da un tocco di mano che sfugge all’arbitro Rosetti, il secondo di Stankovic, bravo a inserirsi su una sponda di petto di Ibrahimovic. In mezzo tanto possesso palla e tanta intensità da parte del Milan, che tuttavia non arriva mai a impensierire Julio Cesar. I rossoneri confermano i limiti denunciati in tutta la stagione: attacco troppo leggero, in cui si sente la prolungata assenza di Borriello, e difesa ormai logora. La società dovrà provvedere nel mercato estivo, se l’anno prossimo vorrà tornare protagonista a grandi livelli.
Nella ripresa Ancelotti prova il tutto per tutto, mettendo Inzaghi per Beckham. L’Inter approfitta dei varchi che si aprono e crea più volte l’occasione per il terzo gol, sciupando con Adriano. Il Milan non molla, trova il gol del 2 a 1 con Pato e nel finale getta il cuore oltre l’ostacolo creando più volte lo scompiglio in area avversaria. Ma il guizzo giusto non arriva e il risultato non cambia. Il derby va all’Inter.
La Juve perde ulteriormente terreno nel giorno in cui sperava invece di essere più vicina alla capolista. 1 a 1 in casa con una Samp in piena emergenza. L’undici di Ranieri può certo imprecare contro la sfortuna – quattro i pali colpiti dai bianconeri, due con Nedved e due, nella stessa azione, con Del Piero – ma deve fare anche il mea culpa per le distrazioni difensive che le costano i tre punti. La Samp si affaccia due volte dalle parti di
Buffon: la prima con Pazzini, splendidamente lanciato da Cassano, per il gol dell’uno a zero; la seconda con un cross di Palombo deviato che si infrange sul palo a portiere battuto. Si era ancora sullo 0 a 1 e la partita sarebbe diventata imprendibile. Invece, dopo un assalto all’arma bianca durato quasi un’ora e costellato di occasioni mancate, Amauri, al primo centro del 2009, trova l’incornata giusta su cross di Giovinco. Meritato il pari, ma per tenere il passo dell’Inter ci vuole altro.
Rocambolesco il pareggio tra Genoa e Fiorentina. A Marassi i padroni di casa sfiorano l’impresa. In dieci uomini per l’espulsione di Biava, si portano avanti 3 a 0 con i gol di Tiago Motta, Palladino e, a inizio ripresa, del solito Milito. A quel punto, con l’uomo in meno, Gasperini ordina saggiamente ai suoi di arretrare. L’arbitro Rizzoli, però, assegna generoso rigore per fallo su Gilardino. Mutu realizza dal dischetto, dando il la a una tripletta personale che culmina al 93’, con un destro a giro sul palo lontano che fissa il risultato sull’incredibile 3 a 3.
Delle altre di testa, cade sonoramente la Roma sul campo dell’Atalanta. 3 a 0 per i nerazzurri di
Del
Neri, che regolano i giallorossi con il medesimo risultato riservato all’Inter qualche settimana fa. Succede tutto in meno di dieci minuti. Prima Capelli, poi due volte Doni, sette gol per lui quest’anno, e partita chiusa. Dopo la rincorsa spettacolare delle scorse settimane, la Roma forse paga dazio a un organico non troppo ampio e a una certa refrattarietà all’aria di alta classifica. Anche l’anno scorso, nei momenti decisivi della rincorsa all’Inter, la squadra di Spalletti ha perso punti decisivi.
Finisce uno a uno l’anticipo del sabato tra Napoli e Bologna, entrambe a caccia di punti importanti. Il Napoli per interrompere una serie magra che lo ha visto raccogliere un solo punto nelle ultime cinque partite; il Bologna, quart’ultimo, per la necessità di tenere dietro un Torino arrivato ormai a due sole lunghezze. Ne viene fuori un pareggio teso, firmato da Maggio e dal capocannoniere Di Vaio. Incide poco nel centrocampo di Reja il nuovo acquisto Datolo. Il Napoli, come non era ancora successo quest’anno, lascia il campo tra i fischi del San Paolo.
Come detto in apertura, l’Inter allunga ancora in una giornata che avrebbe dovuto vederla invece in difficoltà. Forse il ritorno delle partite di Champions servirà, come sperano alcuni, ad alterare in parte gli equilibri del campionato, drenando concentrazione ed energie. Ma la sensazione che resta è che, molto più dell’impegno delle rivali, sarà solo un alquanto imprevedibile calo della capolista a rimettere in gioco le sorti del campionato. Tra un paio di settimane lo sapremo.
Altri risultati: Lazio – Torino 1 – 1; Cagliari – Lecce 2 – 0; Chievo – Catania 1 – 1; Reggina – Palermo 0 – 0; Siena – Udinese 1 – 1.
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