Ad un anno dal ventesimo anniversario della morte di Primo Levi, il Centro Primo Levi e la Casa Italiana Zerilli-Marimò della New York University, in collaborazione con l'Istituto Italiano di Cultura, inaugurano il primo simposio annuale dedicato allo scrittore italiano. Esperti di fama mondiale e accademici emergenti nel campo degli studi su Primo Levi, terranno una serie di dibattiti e presentazioni che nell'arco di tre giorni cercheranno di affrontare Levi a tutto tondo, non solo da un punto di vista letterario.
L'idea del simposio è nata da una raccolta di saggi, Voci dal mondo per Primo Levi, In memoria per la memoria, dedicata allo scrittore, edita da Firenze University Press e curata da Luigi Dei, docente di chimica e fisica presso l'Università di Firenze e che sarà tra gli speaker della serata di apertura. La pubblicazione - si legge sulla copertina - , che si apre con una lettera inedita del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, "si compone di quindici saggi realizzati da autori molto eterogenei per profilo formativo e professionale, studiosi di letteratura italiana, pedagogisti, scienziati, chimici, giornalisti e scrittori, oltre che per provenienza geografica". Dei parlerà del Primo Levi chimico, di come la chimica per lui, ad Auschwitz, sia diventata fonte di sopravvivenza: "Mi ha dato il pane che ha consentito a me e ad Alberto di sopravvive quegli infernali due mesi".
Dall'idea del Levi chimico si è pensato di allargare lo spettro di analisi e di creare un programma che faccia una sorta di punto della situazione che vada oltre l'analisi delle sue opere limitata ad un contesto di commemorazione, quale può essere la giornata della memoria. L'analisi all'interno del simposio sarà, quindi, su Levi scienziato, politico, storico, personaggio pubblico e sarà anche un'occasione per una verifica dello stato degli studi sullo scrittore negli Stati Uniti, tra l'altro in virtù del fatto che il prossimo anno la Norton pubblicherà la sua opera omnia curata da Robert Weil.
Se è vero che Levi è un successo negli Stati Uniti, è anche vero che è stato un successo tardivo. Sul perché i motivi possono essere diversi. Andrea Fiano, giornalista che interverrà ai lavori della conferenza, nel suo saggio I motivi del tardivo successo di Primo Levi negli Usa pubblicato nel 2007 in "Voci dal mondo per Primo Levi" da Firenze University Press, inizialmente parte da una tesi che attribuisce alle traduzioni in circolazione la colpa di questo ritardo, poi le sue conclusioni sono diverse.
Arthur Samuelson ricorda che negli Usa tradurre un libro significa andare controcorrente, mentre in Italia è l'opposto e spesso i libri tradotti hanno un vantaggio sul piano delle vendite e della diffusione rispetto a quelli scritti direttamente in italiano. Oggi, invece, è lo stesso Stille a lamentare che negli Usa si sia fatto di Primo Levi una sorta di santo laico, grazie a una lettura limitata e ottimistica dei suoi scritti... Gli estimatori eccellenti di Levi sono a detta di tutti uno dei motivi del suo successivo straordinario successo negli Usa, perché rappresentano una garanzia per molti lettori e perché offrono la loro reputazione a sostegno dello scrittore torinese. Per Robert Weil, Primo Levi è stato aiutato da grandi scrittori americani come Roth e Saul Bellow, ma loro stessi erano ansiosi di farlo perché riconoscevano la capacità del suo lingu aggio e la trascendenza dei suoi lavori. Tutto questo riveste un'importanza particolare se si pensa, come rivela JoAnn Cannon , che negli Usa Se questo è un uomo non venne recensito alla sua prima pubblicazione né dal supplemento letterario del New York Times, né dal New Yorker e nemmeno dalla New York Review of Books ovvero da tre pilastri della critica... Simon Levis Sullam conferma "anche in Italia il decollo è avvenuto nel decennale della morte" di Levi. In questo senso il successo del Sistema Periodico, ovvero di un libro che non è incentrato sulla Shoà, fa da apripista anche per una rilettura o un rilancio di Se questo è un uomo e della Tregua. Risa Sodi, autrice nel '90 della prima monografia su Levi afferma che si può sostenere che per molti versi il successo di critica di Levi in Italia venne solo dopo il suo grande successo negli Usa a metà degli anni '80... Peter Novick, nel suo controverso ma fondamentale The Holocaust in American Life si pone il quesito generale sulla memoria dell'Olocausto negli Usa: Perché ora? Con tanto ritardo rispetto ai tempi in cui è avvenuto e perché dopo 20 anno di quasi silenzio sull'argomento. La sua è una risposta storica, legata al ruolo della leadership della comunità ebraica america, la lo stesso Novick si chiede anche un'altra domanda senza risposta: quale sarebbe la discussione sull'Olocausto in America se il suo principale interprete fosse stato un razionalista scettico come Primo Levi e non un mistico religioso come Elie Wiesel?
New Voices on Primo Levi, An Annual Symposium si svolgerà secondo il seguente calendario: Lunedì 8 settembre a partire dalle 7pm, Casa Italiana Zerilli-Marimò (24 West 12 Street), Il tema, Primo Levi: Writer and Scientist. Elements of Writing Primo Levi Today, con Franco Baldasso, New York University e Uri Cohen, Columbia University. A bridge between science and literature, con Luigi Dei, dipartimento di chimica Università di Firenze con introduzione del giornalista Andrea Fiano.
Martedì 9 settembre, 7pm, Istituto Italiano di Cultura (686 Park Avenue), Reading Primo Levi, con l'attore drammaturgo Moni Ovadia che leggerà estratti degli scritti di Primo Levi.
Mercoledì 15 settembre, dalle 7pm, Center for Jewish History (15 West 16 Street), Primo Levi, historian and public figure con un'anteprima del film Primo Levi's on Television, di Roberto Olla, giornalista e scrittore. Di seguito The politics of memory - Conversazione con Marc Greif, American Prospect, London Review of Books, Robert Weil, W.W.Norton e co curatore della prossima uscita dell'opera omnia di Primo Levi, Andrea Fiano, giornalista e board member del Centro Primo Levi, Sergio Parussa, Wesley College.
Una menzione speciale va al Centro Studi Internazione dedicato a Primo Levi di Torino che con la sua creazione lo scorso anno ha dato il via ad una serie di scambi internazionali.
Dopo un'anteprima a New York lo scorso giugno, The Tree of Life, il documentario di Hava Volterra sulla storia degli ebrei d'Italia attraverso la ricostruzione del suo albero genealogico, torna sugli schermi. Questa volta sarà al Two Boots Pioneer Theater (155 West 3rd street - corner of Av A) dal 12 al 19 settembre, 7pm. Per informazioni http://www.twoboots.com/pioneer/
(Pubblicato su Oggi7 del 7 settembre 2008)
Source URL: http://newsite.iitaly.org/magazine/article/new-york-appuntamento-con-primo-levi
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[2] http://www.primolevicenter.org/