Elicotteri AW 139 “su misura”. Per l’Aga Khan che ha chiesto di realizzare dentro un vero e proprio centro mutlimediale, poltrone relax, e molto di più. Ma soprattutto elicotteri per organizzazioni internazionali, governative, per il soccorso sanitario, per aziende in tutto il mondo, clienti sia civili che militari. Tutto realizzato con altissima tecnologia.
Siamo stati, martedì scorso, è stato all’inagurazione del nuovo stabilimento di AugustaWestland a Filadelfia in cui verranno assemblati circa 30 AW39 all’anno. Si tratta di un investimento di 30 milioni di dollari per 10 mila quadrati di area con le più moderne attrezzature. Qui lavoreranno, entro la fine dell’anno, 500 persone per affiancare lo stabilimento di Vergiate (Varese) e soddisfare la domanda da parte del mercato mondiale e soprattutto statunitense, al terzo posto nel mondo per gli elicotteri.
L’AW139 è un velivolo che si presta a molteplici usi: operazioni di soccorso, trasporto, di sorveglianza. Ne sono già stati ordinati oltre 300 esemplari da tutto il mondo. Ne sono stati consegnati 110.
Ci vogliono circa 24 mesi e tra 10 e i 15 milioni di dollari, a seconda delle necessità, per possedere un W 139. Il lavoro di “costomizzazione”, ossia il processo tramite cui si fornisce un prodotto realizzato su misura per un cliente, è uno dei punti di orgoglio dello stabilimento.
Tecnologia avanzatissima dunque e ricorso ad un sistema intelligente che mette in rete risorse e materiali per assemblare un velicolo con grande attenzione ai particolari.
Il colpo d’occhio di chi visita lo stabilimento è assicurato. Un’area vastissima e moderna, quasi “artisticamente” minimalista, in cui i diversi componenti vengono preparati per essere assemblati. Un lungo largo immenso corridoio da percorrere dove abbiamo osservato come il meglio della tecnologia viene raccolto e lavorato per raggiungere un mercato così difficile e competitivo.
Motori, trasmissioni, rotori, stutture metalliche e materiale composito e altro ancora, pronti per essere integrati nel “sistema elicottero” completo. Un vero museo in fieri del presente. Siamo rimasti colpiti anche dall’entusiasmo di un bambino che accompagnava un ospite. In uno spazio così vasto con i diversi moduli di un velivolo, sparsi cosi come si fa per un modellino di elicottero da comporre. Impossibile non attirare la fantasia di un giovane visitatore. E per fortuna questa volta la realtà di un prodotto realizzato grazie ad energie del nostro Paese che ha tanto bisogno di dare, soprattutto alle giovani generazioni, motivi di orgoglio costruttivo in questo momento. Finmeccanica è sicuramente una realtà italiana operante a livello globale a cui si può far riferimento su diversi aspetti.
Al taglio del nastro di inaugurazione hanno partecipato, oltre al presidente e amministatore delegato di Finmeccanica Pier Francesco Guarguaglini, alti dirigenti della compagnia, l’Ambasciatore italiano a Washington Giovanni Castellaneta e membri del Congresso Americano, politici e autorità locali.
Evidente negli interventi dei relatori americani presenti l’entusiasmo soprattutto per questa nuova fonte di occupazione e per l’indotto che si può creare per altre compagnie americane nell’area. Best technology and long-lasting jobs, sono state le parole chiave. “Questa è una celebrazione sia del lavoro dell’AgustaWestland a Filadelfia - ha osservato il senatore Robert Casey - sia della creazione di centinaia di posti di lavoro” e “siamo orgogliosi di questo stabilimento - ha detto la deputata Allyson Schwarz - ringraziamo la AgustaWestland per avere investito nell’alta tecnologia”.
AgustaWestland per quanto riguarda l’occupazione, raggiunge 10 mila dipendenti in tutto il mondo con stabilimenti in Italia, Gran Bretagna e Stati Uniti.
L’amministratore delegato Giuseppe Orsi ha detto che la società è impegnata “in programmi USA del valore di 13 miliardi di dollari che si concretizzeranno nei prossimi cinque anni”, “L’America rappresenta un terzo del mercato mondiale degli elicotteri, - ha aggiunto - Siamo presenti da 25 anni a Filadelfia dove abbiamo creato uno stabilimento che è un modello. Con tecnologie e posti di lavoro di alta specializzazione”. Tutto questo nonostante l’impatto dell’apprezzamento dell’euro sul dollaro.
AgustaWestland è presente a Filadelfia dal 1980. Nasce nel 1986 con un’area di 7.000 metri quadri dedicata alla manutenzione della flotta di elicotteri commerciali negli Stati Uniti. Nel 2004 viene realizzata una linea di assemblaggio per l’elicottero AW119 Koala.
L’importanza di questo stabilimento cresce grazie anche alla fornitura di servizi di addestramento e manutenzione. Questo consente alla AgustaWestland di offrire soluzioni operative anche a quasi 400 elicotteri civili negli USA.
L’ambasciatore d’Italia a Washington Castellaneta, nel suo intervento ha posto l’accento su come il successo di AugustaWestland sia “una ulteriore conferma della grande importanza della cooperazione internazionale, soprattutto in periodo di difficoltà economica”.
Pier Francesco Guarguaglini ha detto che “Il prossimo passo sarà quello di incrementare le operazioni commerciali negli Stati Uniti e migliorare le performance nel settore della difesa elettronica, in cui siamo più deboli”. Sempre a Filadelfia è già operativa la linea di assemblaggio del più piccolo elicottero monoturbina AW119 Ke. Ancora Guarguaglini: “La decisione di costruire una seconda linea dimostra quanto Finmeccanica e AugustaWestland siano impegnate ad investire negli USA, dove oggi lavorano per noi oltre 2.000 persone”. Poi alla fine del suo intervento ha aggiunto: “Gli Usa rimangono sempre una piazza importante, ma guardiamo anche ad altri mercati, come India e Giappone”.
Va ricordato negli USA, lo stabilimento a Charleston (Sud Carolina) per il programma Boeing 787 Dreamliner dove si farà anche l’assemblaggio finale dei C-27J per l’Esercito statunitense. Finmeccanica-Augusta è poi anche partner nel programma dell’elicottero presidenziale VH-71 e per il BA609 (New York – Texas)
Nel rapporto che leggiamo sull’attività svolta raccogliamo fra le tante un’informazione: Finmeccanica impegna in Ricerca e Sviluppo risorse pari al 14% dei ricavi. Va notato che, in Italia, lo fanno ancora in pochi.
(Pubblcato su Oggi7 il 24/2/2008)
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