Umbria Jazz: un omaggio italiano a “Dizzy" Gillespie
Dopo l’omaggio a Duke Ellington il nuovo progetto di Fabrizio Bosso celebra la figura monumentale che il Festival di Perugia ha avuto la fortuna di ospitarlo più volte nelle sue prime edizioni. Per il suo omaggio a Dizzy, in scena in prima assoluta a Umbria Jazz, Bosso ha scelto la dimensione orchestrale piuttosto che quella delle piccole formazioni. Nella sua carriera, infatti, Gillespie militò in molte orchestre che scrissero la storia del jazz: Cab Calloway, Lionel Hampton, Earl Hines, Billy Eckstine, più le numerose big band a suo nome.
Sul palco dell’Arena S. Giuliana, dunque, sale un quartetto di tutto rispetto. Insieme a Bosso Julian Oliver Mazzariello al pianoforte; Jacopo Ferrazza al contrabbasso e Nicola Angelucci alla batteria e Il Paolo Silvestri Ensemble, composto da Fernando Brusco e Claudio Corvini, Sergio Vitale alle trombe, Mario Corvini ed Enzo De Rosa al Trombone, Gianni Oddi al sax alto, Michele Polga al sax tenore e soprano, Marco Guidolotti al sax baritono e Alessandro Tomei, al sassofono e flauto. Un consolidato sodalizio quello tra tra Bosso e Silvestri, nato intorno al 2007, data in cui usciì uno dei dischi importanti di Bosso: “You ‘ve Changed” in quartetto con una sezione di tredici archi magistralmente arrangiati da Silvestri, con alcuni ospiti come Stefano di Battista, Bebo Ferra, Dianne Reeves e Sergio Cammariere, al quale deve l’ingresso nel mondo del pop e la sua prima apparizione al festival di Sanremo.
Una formazione già abituata a dialogare con una forte empatia stilistica e distante da certe scelte sperimentali, ma sempre legata ad una sonorità più moderna. Sul repertorio la scelta è ricaduta sulle melodie corali, sulle conversazioni raffinate e coinvolgenti, capaci ancora di marcare quei sottili confini di cui tanto amava “Dizzy”.
Le trombe protagoniste anche nel primo set con il quintetto di Enrico Rava e Tomasz Stanko; la formazione a guida italo-polacca era completato da Giovanni Guidi, abituale pianista di Rava, e dalla sezione ritmica americana del quartetto di Stanko, il batterista Gerald Cleaver e il contrabbassista Reuben Rogers.
“European trumpet legends” è la sigla con cui si è presentato il quintetto, inedito, costituito da Rava e Stanko. E la definizione non è esagerata perché siamo in presenza di due artisti carismatici del jazz europeo. I due trombettisti appartengono alla generazione che ha contribuito alla completa e definitiva maturità del jazz nel vecchio continente favorendone la emancipazione dai fino allora egemoni modelli americani.
Rava ed il trombettista polacco hanno in comune anche l’aver inciso numerose volte per la Ecm di Manfred Eicher e di aver fatto parte negli Anni 70 della famosa Globe Unity Orchestra fondata da Alexander von Schlipplenbach, sigla che metteva insieme i migliori talenti europei per liberarne la creatività e superare i consueti schemi delle orchestre jazz. Rava ha voluto che il pianista fosse Giovanni Guidi, e Stanko ha portato con sé la sezione ritmica del suo quartetto “americano”, Reuben Rogers e Gerald Cleaver.
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