“L’incredibile storia dell’Isola delle Rose“

Straniero Monica (December 28, 2020)
Il film scritto da Sydney Sibilla con Francesca Manieri è tratto dalla storia vera di Giorgio Rosa. Elio Germano è Giorgio Rosa, ingegnere bolognese che ha piantano un’isola artificiale nelle acque territoriali italiane, più o meno davanti alla città di Rimini.

Dal 9 dicembre, sulla piattaforma streaming di Netflix, è disponibile il nuovo film di Sidney Sibilia, prodotto da Grøenlandia, società fondata dal regista Matteo Rovere e da Sibillia. Si tratta de “L’incredibile storia dell’Isola delle Rose“, ispirato alla vita du Giorgio Rosa, ingegnere bolognese che ha piantano un’isola artificiale nelle acque territoriali italiane, più o meno davanti alla città di Rimini. Una sorta di piattaforma marina della superficie di 400 metri quadrati, molto simile a quelle petrolifere costruite dall’Eni. Non a caso la capitaneria di porto di Rimini intimò varie volte di cessare i lavori, in quanto la zona era in concessione alla multinazionale dell’energia, oltre ad ostacolare la libera navigazione in mare.

Ma Rosa che credeva nei sogni di giustizia e uguaglianza, di pace e di progresso che tanto erano in voga tra i giovani sessantottini, non dette peso alle intimidazioni e inaugurò la sua isola nell’Aprile del 1967. Per sancire la propria indipendenza, l’isola adottò come lingua ufficiale l’esperanto con lo scopo di superare le diversità linguistiche favorendo la comprensione fra i popoli. Si dotò di una divisa monetaria per i francobolli: il “Mill”, con un cambio alla pari rispetto alla lira italiana, di un suo Governo con ben cinque Dipartimenti, di un suo stemma, che raffigurava tre rose rosse, di negozi per agevolare la vita dei residenti. L’obiettivo di Rosa era quello di poter creare, in una società opprimente con le sue regole liberticide, un angolo felice, autosufficiente, isolato dal resto del mondo.

La piattaforma in pochi mesi  diventò meta di turismo e raduno di hippie che da tutta Europa ne richiedevano la cittadinanza. Il crescente traffico attirò inevitabilmente l’attenzione del governo italiano che fino a quel momento aveva considerato l’isola di acciaio poco più di una burletta di un pazzo visionario. Un progetto utopistico di libertà e autonomia si stava trasformando in caso internazionale.

Sidney Sibilla, noto al grande pubblico per “Smetto quando voglio”, commedia corale sul tema del precariato giovanile, racconta di essersi imbattuto nella storia della micronazione durante una navigazione su internet e di aver poi deciso di farne un film dopo aver incontrato di persona l’ingegnere Rosa, scomparso nel 2017.

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