LIBRI. Antonio Monda. Quel che appare al mondo e quello che è oltre

Maria Rita Latto (June 12, 2017)
Vivere un amore a New York. Un amore clandestino, come ce ne sono tanti. Un amore che dura sette anni, due mesi e nove giorni in una città descritta nella sua fisicità, nella sua carnalità, nella sua sensualità, ma anche nella solitudine di chi vi abita. Antonio Monda nel suo ultimo romanzo, "L'evidenza delle cose non viste", aggiunge un nuovo efficace tassello, il quinto, alla decalogia newyorkese iniziata con "L’America non esiste" nel 2012.

Vivere un amore a New York. Un amore clandestino, come ce ne sono tanti. Un amore durato sette anni, due mesi e nove giorni. Questa è la storia che Antonio Monda racconta in "L’evidenza delle cose non viste", il suo ultimo romanzo che aggiunge un nuovo tassello, il quinto, alla decalogia newyorkese iniziata con "L’America non esiste" nel 2012. Dopo il pigmeo divenuto fenomeno da baraccone di "Ota Benga", dopo "Padre Abram", il sacerdote peccatore de "L’indegno", incontriamo nuovamente Warren Barron e la moglie Beth, protagonisti de "La casa sulla roccia" (secondo romanzo della saga newyorkese ideata da Monda), in cui Beth sospettava che il marito la tradisse.

In "L’evidenza delle cose non viste" la verità viene svelata al lettore proprio dall’amante di Warren, la giovane Audrey, figlia di un fioraio olandese, giunta nella Grande Mela col desiderio di cambiare la propria vita. Infatti Monda sceglie di raccontare la storia usando il flusso di pensiero, dal punto di vista di Audrey e, partendo dal funerale di Warren, va a ritroso nel tempo, in un flashback che ricostruisce la loro storia. Una storia cominciata nel 1986, quando Audrey inizia a lavorare nello studio legale di Warren Barron, uno degli avvocati più in vista della città, al 630 Rockefeller Center, “il cuore del mondo”. Una storia fatta di fine settimana solitari, di trasferte di lavoro che diventano fughe romantiche, di una presenza sempre nell’ombra.

Una storia che, dietro le apparenze di una vita glamour, perfetta, nasconde disperazione, sofferenza. La sofferenza di Audrey, che vive questa relazione con dolore, (“in certi momenti mi costa chiamarla amore” dice a un certo punto), con la consapevolezza che Warren non distruggerà mai per amor suo la casa sulla roccia”, metafora del matrimonio con Beth. E c’è anche la sofferenza di Warren, uomo ricco, potente, di successo, marito e padre, che dietro questa immagine visibile al mondo intero cela fragilità insospettate e profondi sensi di colpa che influiranno sulla loro storia, come scopriremo immergendoci nel racconto. 

Il titolo scelto da Antonio Monda, "L’evidenza delle cose non viste", si ricollega a una frase di San Paolo: “La fede è fondamento delle cose che si sperano ed evidenza di quelle che non si vedono”. E il romanzo è proprio costruito su un doppio binario, su quel che appare al mondo e quello che è oltre, che non si vede, il dolore degli altri, la fallacia dei sentimenti, la precarietà del successo, la consapevolezza di avere conquistato tutto tranne la felicità.

Oltre alla storia d’amore di Audrey e Warren, Monda racconta anche qui, come in tutti i romanzi della decalogia finora pubblicati, la “sua” storia d’amore per New York, “la città fatta per accogliere e per ricordarci che siamo nati liberi”. Ancora una volta i suoi personaggi ci accompagnano nella metropoli fatta di grattacieli, locali alla moda, dove s’incontrano celebrità come Jacqueline Onassis, Frank Sinatra, Ted Kennedy.

È una città descritta nella sua fisicità, nella sua carnalità, nella sua sensualità, ma anche nella solitudine di chi vi abita. Siamo a metà degli anni Ottanta, una stagione fatta di divertimento, di ricchezza, anche se si percepisce di essere quasi al tramonto dell’era reaganiana, contraddistinta da ottimismo, euforia, ma anche da corruzione, oltre alla tragedia dell’AIDS, che proprio in quegli anni inizia a manifestarsi nella sua drammaticità, ma viene ignorata dall’establishment di Washington. 

È una New York fatta di palazzi che non conoscono limiti (“neanche il cielo”), eppure il luogo che resterà nel cuore di Audrey, e dove tornerà alla fine della storia, è un piccolo locale, modesto e senza pretese, ma pieno di vitalità, di energia, un deli tra la Sessantunesima Strada e la Madison dove si mischiano gli odori di frittura e di dolci e dove il proprietario serve i clienti con un sorriso e una parola che racchiude l’essenza di New York, “Enjoy”, parola che è al tempo stesso accoglienza, promessa.

La promessa che New York mostra a tutti, anche a chi la attraversa per pochi minuti, a chi non smette mai di sognare e cercare qualcosa in alto, oltre le cime dei grattacieli.  

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Antonio Monda insegna alla New York University e collabora con «La Repubblica».
Vive a New York con la moglie Jacquie e i figli Caterina, Marilù e Ignazio.

Libri:

- La magnifica illusione, 2003 (rivisto e ampliato nel 2007)
- Tu credi? Conversazioni su Dio e la religione, Fazi Editore, 2006 ISBN 88-8112-712-1
- The Hidden God, 2005 MoMA
- Assoluzione, Arnoldo Mondadori Editore, 2008. ISBN 88-04-57361-9
- Hanno preferito le tenebre. Dodici storie del male, 2010 Arnoldo Mondadori Editore ISBN 978-88-04-56479-9
- Lontano dai sogni, 2010 Arnoldo Mondadori editore (biografia di Ennio Morricone)
- L'America non esiste, Mondadori, 2012
- Il paradiso dei lettori innamorati, Mondadori, 2013
- Nella città nuda, Rizzoli, 2013
- La casa sulla roccia, Mondadori, 2014
- Ota Benga, Mondadori, 2015
- L'indegno, Mondadori, 2016
- L'evidenza delle cose non viste, Mondadori, 2017

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