Nei cinema il 27, 28 e 29 gennaio, la seconda stagione de L’amica geniale - storia del nuovo cognome. La serie diretta da Saverio Costanzo è tratta dall’omonima saga-bestseller scritta da Elena Ferrante.
La prima stagione, così come la tetralogia da cui è tratta, un grande successo in Italia e all’estero, racconta dell’amicizia di Lila e Lenù (i cui soprannomi stanno per Raffaella Cerullo e Elena Greco) che nasce durante la loro infanzia in un rione popolare della Napoli degli anni Sessanta e le accompagna per gran parte della loro vita, dal 1950 al 2010 (dai sei ai sessantasei anni di entrambe). Il collante della storia è proprio la loro relazione, un’amicizia che si perde e si ritrova negli anni, e che a volte si tinge anche di rivalità e di competizione.
Savero Costanzo, assieme ad Alice Rohrwacher - chiamata a girare gli episodi 4 e 5, sa infondere al suo film un ritmo lento ma costante, capace di esplodere l’amalgama terribile di invidia da cui l’amicizia tra due donne, due dominate in cerca della loro emancipazione, inevitabilmente è costituita. Amore e astio, slanci ed egoismi, confessioni e segreti, convivenze e distacchi si succedono e si intrecciano durante la loro relazione tempestosa.
La regia si rivela sensibile a dare vita ad un punto di vista femminile in grado di nominare la ferocia cui le donne sono sottoposte senza ridurle al ruolo stereotipato delle vittime, senza fare della narrazione che le racconta una vicenda patetica e lacrimevole. Nella seconda stagione seguiamo la piena giovinezza di Lila e Lenù. Le due amiche in vacanza a Ischia faranno un incontro che cambierà per sempre le rispettive vite, proiettandole in mondi completamenti diversi.
Uno degli aspetti più impressionanti della serie è la ricreazione di Costanzo del contesto napoletano. Lo sfondo è la Napoli degli anni del boom, prima dell'urbanizzazione e dell'industrializzazione, un mondo nel quale arcaico e contemporaneo convivono e si mescolano l’uno nell’altro.
Una grande metropoli europea dove con maggiore chiarezza la fiducia nelle tecniche, nella scienza, nello sviluppo economico si era rivelata con largo anticipo del tutto priva di fondamento. Il rito di iniziazione tra Elena e Lila definisce la loro amicizia prima di tutto come un patto di solidarietà per resistere alla violenza del loro quartiere, il rione Luzzatti.
Tuttavia la novità e la forza della seconda serie così come della prima è il coraggio e l’intelligenza creativa di Costanzo di riuscire a sabotare la serialità del genere di consumo: i finali degli episodi non chiudono, gli assassini o i rapitori non si trovano, le sparizioni non si spiegano. Una favola aspra e scomoda in grado di cogliere un sentimento collettivo, il bisogno di una narrazione che ci mostri dall’interno il nucleo oscuro della nostra contemporaneità.