“Terra dei Fuochi”: una catastrofe ambientale ed umana

Roberta Michelino (October 07, 2013)
La Terra dei fuochi è una vasta area che si estende nell’Italia meridionale, tra la provincia di Napoli e quella di Caserta. Quest’accezione trae la sua origine dal libro “Gomorra” di Roberto Saviano per descrivere il luogo dove la Camorra era solita sversare rifiuti tossici. L’incedio di queste sostanze ha causato l’avvelenamento dei campi di coltura limitrofi e dell’aria che è diventata irrespirabile. Molte sono le vittime di questo scempio. Molte ce ne saranno se non si prendono seri provvedimenti di bonifica

“Questo è un problema che non riguarda solo la Campania, riguarda tutta l’Italia e l’Europa. Se non si danno una mossa qui muoriamo tutti”. Queste sono state le ultime parole di Filomena, 26 anni, provincia di Napoli, madre di due bambini. Filomena non ce l’ha fatta, è morta di tumore allo stomaco. La malattia l’ha stroncata in pochi mesi. La causa secondo i medici è da attribuire al cibo ed all’aria inquinati dai rifiuti tossici.

In provincia di Napoli ormai è diventato pericoloso svolgere quei semplici gesti quotidiani
vitali, come respirare e mangiare. Gli abitanti di quei luoghi assistono inermi all’incendio di cumuli di rifiuti che si trasformano in colonne di fumo nero intenso. Questa coltre densa s’innalza rapidamente nell’atmosfera trasformandosi in diossina ed in gas dannoso alla salute. Ormai per molti è diventato un lusso morire di vecchiaia.

Il clamore mediatico di queste settimane giunge soltanto dopo anni di denunce, proteste e morte. Roberto Saviano nel suo libro Gomorra aveva denunciato le nefandezze che la criminalità organizzata compiva nella Terra dei Fuochi. Saviano ha scritto di tonnellate di rifiuti tossici provenienti dalle industrie del Nord Italia e dall’Europa che venivano riversati nel sottosuolo o lasciati a marcire all’aria aperta, come l’amianto. Ed intanto le istituzioni osservavano attonite in un silenzio assordante.
 

Esemplare ed encomiabile è l’impegno di Don Patriciello che da anni combatte l’illegalità in questa terra maltratta. Lui stesso si è rivolto al Prefetto, al Presidente della Repubblica, alla Commissione Europea, sollecitando repentini provvedimenti. Ha invitato lo Stato a comportarsi come “un padre non come un padrigno arcigno”.  Anche il Papa ha esortato il prete ad andare avanti nel compiere questa difficile missione. Non è mancato il coraggio a Don Patriciello quando si è spinto a contattare gli stessi artefici della disfatta, i capi dei clan camorristici. Ha incitato anche il pentito Schiavone ad indicare esattamente dove sono stati sotterrati i veleni nocivi. Pochi giorni fa ha rivolto parole accorate allo stesso Saviano invitandolo a ritornare nella Terra dei Fuochi per dare maggiore eco alla sua protesta: “Vieni, Roberto, nella tua terra. Porta con te gli amici che hai incontrato nel cammino della vita. C'è tanta sete di giustizia in giro. Tanta rabbia nei giovani. Tanta paura nel popolo. Speranza è la parola d'ordine. Risorgere è il verbo che vogliamo coniugare”.
 

Il prof. Antonio Marfella, tossicolo ed oncologo dell’Ospedale Pascale di Napoli, si è definito “allarmista onorario”, rivolgendosi a quegli industriali che invitano alla cautela. Per il medico i fatti ed i numeri parlano chiaro: la Terra è avvelenata e l’incidenza tumorale è triplicata negli ultimi anni. Anche chi non vive più lì ha provato a denunciare lo scempio ed il degrado di cui è vittima questo territorio. Uno di questi è Antonio Giordano, direttore di un istituto per la ricerca oncologica a Philadelfia, che denuncia a gran voce questo avvelenamento e si ribella all’omertà.
 

La Commissione dell’Ambiente Territorio e Lavori Pubblici della Camera ha presentato un piano di prevenzione. Ma che prevenzione potrà mai fare un bambino di 22 mesi? Si, perchè a pagare lo scotto più alto sono proprio i bambini, molti dei quali non riescono a superare il dodicesimo anno d’età.

Ed intanto oggi, come prima, le industrie continuano a consegnare alla Camorra i residui della morte che verranno depositati in un sottosuolo ormai marcio.

Venerdì 4 Ottobre oltre 20.000 persone hanno partecipato alla “Marcia della Vita”. I bambini sventolavano palloncini bianchi, molti partecipanti mostravano le foto dei loro cari deceduti.

Il male ha subito instillato nelle persone una coscienza sociale. Ma i confini di questa sciagura si spingono oltre i territori campani, raggiungendo anche lontane periferie europee. Il mercato libero delle merci fa sì che il cibo contaminato venga comprato da aziende e multinazionali a prezzi stracciati. Ognuno di noi dovrà pressare le istituzioni affinchè questo cancro venga debellato. Non si dovrà mai più sentir dire “io non sapevo”.

Comments

i-Italy

Facebook

Google+

Select one to show comments and join the conversation