Chiude con successo il Seminario dei giovani italiani dal mondo

Il Seminario di Palermo chiude i battenti con un risultato altamente positivo. Soddisfazione da parte del Consiglio Generale degli italiani all’Estero. Il messaggio del Presidente Mattarella come augurio di successo per l’iniziativa. Presentata dai giovani delegati la Carta del Seminario di Palermo

L’evento internazionale  ha visto  protagonisti ben 115 ragazzi  italiani provenienti da tutto il mondo. Il Seminario è stato promosso ed organizzato dal Consiglio Generale degli Italiani all’Estero (CGIE), con la finalità di creare una rete di giovani italiani nel mondo. I partecipanti sono stati selezionati dai Comitati degli Italiani all’Estero (Com.It.Es.) e dalle Consulte regionali per l’emigrazione, aderenti all’iniziativa, con l’intento di mobilitare tutte le comunità d’italiani all’estero e rafforzare le reti istituzionali di rappresentanza di base. Commozione, calore, amore unione e condivisione sono solo alcuni termini che hanno contraddistinto questa 4 giorni intensa ed emozionante per tutti i partecipanti, sia per le istituzioni che per l’organizzazione che, soprattutto, per tutti i delegati che hanno avuto modo di esprimersi a cuore aperto , forse, come non mai, in cerca della propria identità, troppo spesso perduta o mai conosciuta realmente.

Soddisfazione e desiderio di continuare ancor più forti ed uniti da parte dell’organizzazione e delle istituzioni competenti, ma anche da parte dei delegati che si sono espressi durante i lavori dell’ultima giornata proponendo dei gruppi dedicati a tematiche trattate, con l’auspicio di realizzazione in un prossimo futuro. Prossima tappa annunciata da Maria Chiara Prodi presidente della VII Commissione del CGIE “Nuove migrazioni e generazioni nuove”: il 15 aprile 2020, durante la giornata dei giovani ricercatori nel mondo. Continui applausi ed apprezzamenti da parte di tutti i presenti alla Sala delle Capriate di Palalzzo Chiaramonte Steri, sede conclusiva del Seminario. A portare i saluti istituzionali Fabrizio Micari, rettore dell’Università degli Studi di Palermo, il sindaco Leoluca Orlando e il senatore Raffaele Fantetti, il deputato Massimo Ungaro. “Sono state  giornate di rara un’intensità ”, ha subito affermato Maria Chiara Prodi, che ha moderato l’incontro, ringraziando il rettore per aver ospitato l’evento in una sede significativa come Palazzo Steri. 

Fabrizio Micari ha dato il benvenuto come padrone di casa dichiarando che“Per me è una gioia poter avere tutti questi rappresentanti dell’italianità a Palermo. In questi tre anni e mezzo abbiamo fortemente investito sulla mobilità dei giovani. L’internazionalizzazione è per noi molto importante. Ogni anno circa 1100 ragazzi partono per l’Erasmus, abbiamo un’offerta formativa per il 50% in inglese. C’è una simbiosi tra Palermo e l’estero. Stiamo valutando l’ipotesi di uno studentato per questi ragazzi. Dobbiamo gettare le basi non solo per partire, ma anche per ritornare. Il mio sogno è quello di riuscire a organizzare un grande evento per richiamare i laureati nella nostra Università da tutto il mondo qui a Palermo, in una logica di incontro e condivisione”. 

 Mentre Raffaele Fantetti, in rappresentanza del presidente del Senato Casellati, ha dichiarato che “La migrazione italiana non è un fenomeno del passato, ma del presente. I tassi di emigrazione, negli ultimi dieci anni, continuano a crescere. I dati Aire parlano del 10% della popolazione italiana all’estero. Noi siamo un’emigrazione come non ce ne sono nel mondo, una migrazione che va avanti da secoli e che sta riprendendo sempre più intensa. È giusto che questo fenomeno sia rappresentato nelle istituzioni a qualsiasi livelloNessun altro Paese ha un sistema di rappresentanza così strutturato come quello italiano a tre livellii Comites, che sono una conquista democratica; il CGIE, che ha reso possibile un evento come il Seminario di Palermo ed infine la rappresentanza parlamentare, altrettanto essenziale. L’esperienza che avete fatto qui a Palermo è importante e sarà ancora più importante quello che farete. Voi rappresentate il sistema Italia”.

 Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ha inviato i suoi saluti ai delegati riuniti a Palermo con un messaggio giunto ai rappresentanti del CGIE. Il Capo dello Stato ha espresso il suo “apprezzamento per questa iniziativa, il cui obiettivo è di coinvolgere i giovani delle comunità all'estero in un processo di crescita di conoscenza e di collaborazione reciproca tra il nostro Paese e le varie realtà in cui vivono cogliendo le loro aspettative nei confronti dell'Italia. Ilpiù sincero augurio di successo per l'incontro”. I lavori sono continuati con i protagonisti stessi del Seminario che si sono alternati esponendo le proprie esperienze ed il documenti redatti in modo organizzato in diversi gruppi.

E’ stata presentata ufficialmente da Michela Di Marco, presidente del Comites di Toronto, la  “Carta del Seminario di Palermo”. Sul palco dei relatori si sono susseguiti come in una passerella diversi delegati per rappresentare i documenti trascritti duranti le giornate di lavoro.

Molte proposte da parte dei gruppi composti, tra queste la possibilità concreta di creare un sito web con piattaforma in wordpress che possa collegare tutti i giovani partecipanti ed anche la voglia di ritornare in Italia in modo fattivo per portare nel paese d’origine la loro esperienza e la loro conoscenza, in modo da essere proficui nell’attivazione lavorativa ed economia.

Bisogna andare fieri del proprio paese e fare rete” hanno gridato ad alta voce i giovani “perchè l’amore nella vita conta più di tutto e l’amore verso il proprio paese di origine ne è una forte testimonianza” come dichiara Ruggero Romano di prima mobilità andato a lavorare a Vancouver in un percorso di produzione cinematografica.   

Lillo Spagnolo, di terza generazione rappresentante del Comites di Metz, nel confine tra Francia e  Lussemburgo, siciliano, di origini di Ravanusa in provincia di Agrigento, ha rimarcato l’importanza delle proprie della propria cultura e lingua. Altro aspetto importante discusso in un gruppo di lavoro è il turismo di ritorno, creando una piattaforma multimediale dove inserire informazioni su hotels, agriturismi e siti turistici di ogni paese per  agevolare l’economia nel settore. 

Anche l’arte e la cultura sono stati argomenti trattati e  nello specifico, è quello di creare una rete multimediale  per permettere agli artisti di organizzare festival, viaggiare in altri paesi per portate le proprie competenze, inserendo, possibilmente, anche bandi di settore sia locali che internazionali, dove potersi proporre. E’ molto importante comunque per tutti i giovani poter far parte dei Comites per un cambio generazionale di rappresentanza, in modo da esporre e proporre le proprie esigenze ed idee, con un linguaggio loro, innovativo e competitivo.

Il sindaco di Palermo Leoluca Orlando ha proposto il Patto di Palermo “parlare tutti lo stesso linguaggio. Il linguaggio della rete, dell’unione, della mobilità. Dove ogni soggetto è al centro. La mobilità, per me, è un diritto umano. Voi avete mandato un messaggio che accetta il rifiuto della parola Capitale. Una parola che contempla il centro e la periferia. Concetti superati. Palermo ci insegna che non esistono distinzioni. Non ci chiamate Capitale, siamo una città nella quale non esiste la cultura, ma le culture. Siamo l’unica città d’Italia che ha l’assessore alle culture.

L’Italia intera non ha una singola cultura, ma varie culturePalermo, dopo Roma e Milano, è la terza città del turismo in Italia. Mi sono emozionato sentendo il saluto del nostro Presidente della Repubblica, mi sono emozionato nel parlare con voi di mobilità. Ho tratto un dato straordinario dai vostri rapporti: voi sentite forte il bisogno di comunicare con due strumenti che sembrano lontani, ma sono in sintonia. Il sangue non conta. Il sangue è sempre uguale. La prima libertà di un essere umano è l’identità. Il vostro compito è quello di fondare un nuovo Umanesimo. Voi giovani italiani siete l’espressione dell’Italia migliore. Siete per scelta persone che coltivano radici e ali.  Chiedete l’impossibile”. 

Sull’incontro ha preso la parola anche Massimo Ungaro “Sono rimasto veramente colpito dalle emozioni trasmesse in questa sala stamattina. Non posso non ringraziare il Cgie per lo straordinario lavoro che hanno fatto con dedizione. Ricordiamo che sono volontari, loro sono dove lo Stato non c’èIl prossimo anno ci sono le elezioni dei Comites: partecipiamo, crediamoci. Mobilitatevi, anche se l’Italia non ve lo chiede. Il nostro Paese è in una grande crisi, soprattutto per i nostri coetanei. Abbiamo i saliari di entrata più bassi d’Europa, l’istruzione e la ricerca sono in crisi. Siamo noi a dover cambiare le cose facendo rete, importando geni positivi dall’estero, rendendo effettiva la meritocrazia.

La vostra energia e la vostra passione possono contribuire al riscatto del Paese”.Conlude i lavori il segretario generale del Cgie Michele Schiavone “I giovani sono in fermento. Il nostro seminario si colloca idealmente all’interno di una volontà di cambiamento. Oggi è davvero il punto di partenza per un nuovo Umanesimo, come ha detto il sindaco Orlando. Nessuno è nato infelice. Ognuno di noi è nato dall’amore di un papà e di una mamma. Io credo che questo senso di vita noi dobbiamo rispettarlo, dobbiamo trasmetterlo alle nuove generazioni. Il Cgie ha il compito di trasmettere questo amore, questo senso della vitaOggi, però, è il vostro momento. Siate paladini del senso più alto di libertàA noi resta il compito arduo di creare attraverso il sistema la rete che voi state costruendo, facilitando gli scambi, la conoscenza, la formazione, il lavoro.

Con i mezzi rudimentali che abbiamo avuto a disposizione, il Cgie, in diversi posti, soprattutto nei presidi dei Comites, ha cominciato a offrire degli sportelli per i primi passi dei nuovi arrivati. In alcuni luoghi lo facciamo in maniera volontaria ed è l’espressione più alta dell’ospitalità. Per i giovani italiani nel mondo abbiamo bisogno di uno sportello telematico unico, attraverso cui gestire questa rete che in questi giorni abbiamo contribuito a creare. Questa è la sfida e questo è il percorso che vi invitiamo a perseguire. È solo nella corsa dei giovani che dobbiamo investire”. 

I documenti finali dei lavori saranno messi sul sito www.seminariodipalermo.it

Ecco la Carta del Seminario di Palermo.

Carta del Seminario di Palermo
Siamo giovani italiani fuori dall’Italia, ciascuno di noi porta con sé associazioni e comunità da cui tornare e a cui raccontare l’esperienza del Seminario di Palermo.  Racconteremo che è proprio vero che gli italiani sono dappertutto, che abbiamo riso e riflettuto insieme di come alcuni tratti siano indissociabili da noi, a qualsiasi latitudine: siamo quello che mangiamo, ci riconoscono per come vestiamo, ma anche per la voglia di darsi da fare, con creatività e olio di gomito. Siamo quelli che si chiedono perché il mondo, a partire dalle istituzioni del nostro Paese, non potrebbe funzionare molto meglio, e che non rinunciano a mescolare l’energia con la rabbia per alimentare la speranza di cambiare non qualcosa, ma tutto. 

Tanti di noi hanno vissuto in più paesi e città, i nostri genitori e i nostri nonni vengono da regioni diverse dell’Italia e del mondo, anche sforzandoci non riusciamo a vedere questa diversità come un problema, perché per noi, da sempre, è una ricchezza. Forse a volte complicata da gestire, nello sguardo di altri siamo “Altro” anche quando abbiamo la stessa residenza e lo stesso passaporto, ma ora sappiamo che questo spazio “altro” possiamo abitarlo insieme.  
Renderlo pieno di progetti.  Per appagare il nostro bisogno di cultura, di lavoro, di vicinanza radicata e ideale con l’Italia. 

Renderlo aperto ad un nuovo modo di pensare. Perché la mobilità non sia superficialità e la globalità mancanza di generosità per il luogo in cui si vive, ma perché si creino nuovi modi per noi di agire ed essere cittadini del mondo, ed al tempo stesso riconoscere e valorizzare le tante forze culturali, associative e professionali italiane.

Renderlo pieno di relazioni.  Perché, in questi giorni, la “Rete dei Giovani Italiani nel Mondo” è stata vissuta con passione e bellezza, e ci ha resi diversi da quando siamo arrivati, perché ormai, per sempre, parte della vita gli uni degli altri, noi, e le nostre comunità. 

Renderlo concreto e condiviso.  Perché la “Rete dei Giovani Italiani nel mondo”, che raccoglie persone con bagagli carichi di esperienze uniche, può dare un forte contributo non solo nei paesi di provenienza ma anche al sistema Italia. Vogliamo impegnarci per accorciare le distanze tra gli italiani fuori dall’Italia e le istituzioni, con azioni concrete e con l’obiettivo di rendere protagonisti tutti i giovani. 

 

 
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