Paolo Nutini, il ritorno a Roma del prodigio del pop

Dopo anni di assenza, il cantautore britannico entra di nuovo nelle nostre vite con una brezza italiana e un tocco scozzese

Dopo anni di assenza, Paolo Nutini entra di nuovo nelle nostre vite con una brezza italiana e un tocco scozzese che sono fin troppo familiari. Sembra una serata di sole alla Cavea Auditorium Parco della Musica. C'è un'intensa energia nell'aria mentre un pubblico affamato si agita nell'attesa che Nutini salga sul palco per la nuova data del suo “Last night in the bittersweet” tour. La serie di concerti -che include anche diverse date in Europa, da Parigi a Bruxelles, prende il nome dall’omonimo disco del cantautore, uscito il 1 luglio scorso. L’album ha visto la luce a distanza di otto anni dal precedente lavoro, Caustic love, ed è stato anticipato dai singoli Lose it, Through the Echoes, Shine a Light, Pietrified in Love e Acid Eyes.

La nuova traccia Afterneath apre lo spettacolo con agitazioni strumentali e parole appena pronunciate. Il ritmo della batteria rotola nel blues dei Rolling Stones di Lose It. Qui, Nutini, ripristina la sua attitudine post punk. Ci sono momenti  in cui la band esce dal palco  e Nutini viene lasciato solo ad intonare accompagnato dalla sua chitarra una cover di “Dream A Little Dream Of Me”. Ma è con “Last Request” che placa la folla e regala uno dei momenti più alti della perfomance.

Il cantautore britannico bilancia delicatamente il nuovo con il vecchio. I brani storici vengono manipolati e riproposti con uno stile diverso mentre le canzoni dell'ultimo albumi pongono domande esistenziali che attendono risposte. Scream (Funk My Life Up), Acid Eyes,  e Radio portano profondità e dualità con un tono New Wave e aria echeggiante.  

Candy è eseguita con un accompagnamento completo della band e le sferzate di chitarra elettrica danno al brano un suono più pieno. La canzone non diventa più quella di Nutini, ma dell'intera Cavea e migliaia di voci diventano una sola. La cavea diventa mare, il concerto  un viaggio nell'universo. e mentre le stelle si disperdono, Everywhere sfama ancora una volta i fan più accaniti. 

Ciò che una volta veniva suonato con trombe danzanti in un ritmo oscillante, è addolcito e spogliato lungo un flusso simile a quello di Paul Simon. Nutini può prendere fiato con Shine a Light, l'ultimo brano del concerto che sembra voler ricordare alla folla la profondità del suo modo di scrivere.

Foto: Ufficio Stampa Auditorium Parco della Musica

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