Il Capitale Umano di Paolo Virzì

Emanuela Medoro (January 14, 2014)
Descrivo per sommi capi i personaggi del film che Paolo Virzì ha tratto dal romanzo “Il Capitale Umano” di Stephen Amidon. Ovviamente tralascio il finale....

La vicenda, un giallo con un morto ammazzato e la ricerca del colpevole, è raccontata in modo scaltro ed avvincente, mettendo in sequenza il punto di vista dei personaggi. Lascia con l’amaro in bocca, senza speranza perché mostra una fetta di umanità fatta di squali e vampiri, gente priva di valori e sentimenti, dedita soltanto al denaro ed ai lussi.
 

Il capitalista: è il titolare di un fondo d’investimento, che promette interessi dal 30 al 40% su capitali che accetta a partire da mezzo milione di euro, che, secondo il contratto, devono costituire il 20% del patrimonio dell’investitore.  Avuto un capitale di 700.000 mila euro, liquida l’investitore con un assegno di 70.000 euro, dicendo che purtroppo le cose non sono andate come previsto.
 

Il furbetto: un immobiliarista senza troppi scrupoli, avido di danaro e di crescita sociale crede alle promesse del capitalista, entra a contatto con lui frequentando i suoi preziosi campi da tennis. Con qualche successo nello sport riesce a costruirsi con lui un apparente rapporto di amicizia. Ed investe nel suo fondo una somma che non aveva, presa in prestito da una banca.
 

La moglie del capitalista: da giovane ebbe qualche aspirazione artistica e fece delle esperienze di attrice di teatro. Abbandonò l’arte per sposare il capitalista.
 

Lo scrittore e regista teatrale: la moglie del capitalista prende un vecchio teatro abbandonato, con l illusione di riportarlo all’attività originale. Entra in contatto con un teatrante da strapazzo, con cui intreccia una relazione, illudendosi di poter diventare un’attrice professionista. Quando i locali del teatro vengono destinati a diventare appartamenti, lui la scarica malamente, togliendole ogni illusione.

Il figlio del capitalista: giovanissimo, alcolizzato.

La figlia del furbetto: in cerca della sua felicità, frequenta tipi poco raccomandabili. Tralascio volutamente di parlare di un amico di quest’ultima, per non svelare il finale. La storia prende il titolo da lui.
 

Ambiente: la Brianza, ville eleganti e strade perfette, prati e macchine importanti, campi da tennis e piscine. Potrebbe essere qualunque altro luogo abitato da ricchi, in Italia o nel resto del mondo.

Un amaro ritratto del capitalismo nell’Italia di oggi che non ha bisogno di commenti. 

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