Cinema e Religione si incontrano alla NYU grazie a Napoli

Luca Delbello (February 01, 2011)
La Casa Italiana Zerilli-Marimò si tinge dei colori e dei suoni partenopei grazie al Cardinale di Napoli Crescenzio Sepe e all'attore italoamericano John Turturro, regista del film "Passione"

Cinema e religione si sono incontrati il 19 gennaio a New York in una singolare tavola rotonda; due mondi spesso lontani si confrontano, la Chiesa Cattolica ed il cinema americano. Protagonisti dell’incontro, il Cardinale di Napoli Crescenzio Sepe e l’attore e regista John Turturro. Moderatore il giornalista e professore di cinema della New York University Antonio Monda.

 
La Casa Italiana Zerilli-Marimò, Dipartimento di Studi Italiani della New York University, è la sede della discussione presentata dal prof. Stefano Albertini. Motivo scatenante dell’incontro tra esponenti così diversi dei nostri tempi: l’amore condiviso per Napoli.
 
Italo-americano, istrionico e mattatore puro sangue, caratterista di vero talento, John Turturro si presenta al pubblico in vesti a lui insolite, quelle del regista impegnato a raccontare il sociale ed i costumi di un popolo. La realtà della quale analizza così bene le sfumature è però distante da quella americana e consumista da cui proviene: quella dei sobborghi e delle piazze di una delle città più discusse al mondo, Napoli. Il suo film “Passione” è un “atto d’amore non convenzionale e ammirevole”, come afferma Monda nei confronti del capoluogo campano. “Ci sono posti in cui ti senti semplicemente a casa”, è la toccante dichiarazione di Turturro riferendosi a Napoli. Il regista parla delle difficoltà che si incontrano nel crescere in una famiglia italoamericana a New York ed esprime tutta la sua felicità nel portare a termine un progetto che vuole anche essere un omaggio alle sue origini.
 
L’obiettivo del regista è “tentare di eliminare tutti i cliché su Napoli”, utilizzando “l’incredibile talento messo a disposizione dagli artisti partenopei”. Ricorda al pubblico che il suo affetto e amore verso l’arte napoletana ed italiana non si ferma al grande schermo ma è arrivata anche sul palcoscenico, con la raccolta “Fiabe Italiane” e con “Questi Fantasmi” del grande Eduardo De Filippo; l’unica vera pecca, ammette l’attore italo-americano, è la scandalosa mancanza di efficaci traduzioni di importanti opere letterarie e teatrali italiane in inglese.
 
Anche il Prof. Monda presenta il suo contributo alla città da cui proviene “per metà”, il suo ultimo romanzo “Assoluzione”. “È incredibile il modo in cui l’alta cultura napoletana si mescola con quella popolare a Napoli”, ricordando l’assonanza con un grande classico letterario e cinematografico, “il Gattopardo”. Il professore si inserisce nel discorso iniziato da Turturro confermando l’esistenza di tanti cliché che affliggono Napoli e delle difficoltà che si incontrano nel raccontare la sua realtà, così ricca d’arte e di contraddizioni.
 

La serata newyorkese si dipinge in seguito dei colori e dei suoni partenopei grazie all’atmosfera che il regista ha saputo abilmente ricreare nella sua opera; mostra al pubblico in sala la prima parte del suo film ed è subito un trionfo di applausi a scena aperta indirizzati al regista e ai bravissimi artisti coinvolti in “Passione”; è davvero strano assistere alle performances di Peppe Barra in una sala universitaria newyorkese. La lettura del film è rintracciabile in un’affermazione di Turturro, “Napoli è il jukebox del mondo” ed in un certo senso, il film vuole esserne il manifesto.
 
Dopo la visione, il Cardinale Sepe di Napoli raggiunge l’auditorium scusandosi del ritardo causato da una serie di imprevisti tutti newyorkesi dopo una giornata fitta di impegni e saluta calorosamente il pubblico. Arte, cinema e religione per un’oretta condividono la stessa scena per raccontare Napoli, in modo differente ma in fondo molto simile. L'evento era stato annunciato lo scorso dicembre nel corso della presentazione newyorchese di 41° Parallelo di Davide Azzolini sempre alla Casa Italiana. Il Cardinale descrive la sua Napoli, ponendo l’accento sull’incredibile “varietà di anime a livello sociale, artistico e religioso”, in fondo “musica è Napoli, Napoli è musica” aggiunge. Perfino la rappresentazione di Dio diventa “artistica” in una città come Napoli, dove il cittadino si identifica con il Santo e si rivolge a lui come “ad un parente, ad un amico a cui rivolgersi”. Si parla anche della famosa solidarietà napoletana, “se ci sono tre famiglie e non si salutano, quando una delle tre sta male le altre due partecipano al momento di dolore”. Il Cardinale sottolinea il motivo della sua visita newyorkese, “dire Napoli”, aggiungendo che la lotta del capoluogo campano non finisce, “non abbiamo messo il punto”, la città partenopea non si lascia abbattere nonostante le difficoltà e i problemi siano tanti, oggi come ieri.
 
La serata continua all’insegna delle battute e dell’ilarità. Il Cardinale ammette candidamente di aver conosciuto Turturro solo nel momento in cui si è presentato a Napoli per dirigere il suo nuovo lavoro. “Ma chi è questo maestro Turturro?” è stata la domanda del Cardinale alla notizia dell’arrivo del regista, “se è un bravo ragazzo gli diamo il permesso di girare nella cattedrale” ammette scherzosamente di aver affermato. Le riprese non hanno avuto luogo nella cattedrale ma Turturro divertito esprime intenzioni di utilizzare il permesso per un futuro e improbabile “Passione 2”. La risposta a tono del Cardinale è: “Allora io canto”.
 
La serata si chiude con Sepe che, a sorpresa, porta un dono per il regista, una scultura dell’artista napoletano Lello Esposito, che da circa trenta anni lavora sulla città di Napoli ed i suoi simboli; Pulcinella, la maschera,  l’uovo, il teschio, il vulcano, il cavallo, San Gennaro ed il corno nelle varie metamorfosi. Proprio una speciale maschera di Pulcinella è stata il dono consegnato a Turturro da Sepe, un premio speciale per aver saputo “comunicare Napoli” con passione e umiltà, in modo originale e creativo.

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